I medici d'urgenza lanciano l'allarme: «Il carico di lavoro attuale è senza precedenti e non c'è abbastanza personale».
BERNA - I medici dei pronto soccorso lanciano un allarme sulla stampa domenicale: «Siamo ai limiti del collasso», ha affermato il co-presidente della Società svizzera di medicina d'urgenza Vincent Ribordy. «Il carico di lavoro attuale è senza precedenti».
Il problema, che è presente su scala nazionale, è «legato al fatto che non abbiamo abbastanza personale», gli fa eco sulle pagine di Le Matin Dimanche il primario dei servizi d'urgenza al Centro ospedaliero del Vallese romando, Vincent Frochaux. Il sito di Martigny ha dovuto chiudere il pronto soccorso nella notte.
Nonostante questa carenza di personale, i feriti la cui vita è in pericolo possono sempre essere curati, rassicura Ribordy nella SonntagsZeitung. Ma la pressione costante sfianca i lavoratori, con un conseguente aumento del rischio di errori. La situazione «non può continuare così», ha detto.
Oltre ai già citati possibili errori, in generale il servizio per i pazienti tende a logorarsi, con lunghi tempi d'attesa e un aumento della mortalità. Ribordy sottolinea le conseguenze fisiche sul personale rimasto, che alla lunga finisce per andarsene.
Frochaux chiede un miglioramento delle condizioni di lavoro, con una diminuzione delle ore di servizio. «Presso il nostro pronto soccorso, un capo clinica lavora ad esempio 50 ore a settimana, con il 65% del servizio in orari fra le 19:00 e le 07:00, inclusi weekend e giorni festivi».
Ribordy lancia dal canto suo un appello per un cambio di mentalità fra i pazienti. «La gente deve capire che non deve recarsi al pronto soccorso per ogni piccolezza. In numerosi casi, farmacisti, medici di famiglia o studi medici locali possono già aiutare».