Il suo ex braccio destro avrebbe condiviso informazioni riservate sulle misure contro il Coronavirus con il gruppo Ringier, proprietario del Blick.
E qualcuno sospetta che il consigliere federale ne fosse a conoscenza.
BERNA - Pioggia di critiche per il presidente della Confederazione Alain Berset. Peter Lauener, ex capo della comunicazione del consigliere federale, avrebbe regolarmente fornito informazioni riservate sulle misure anti-Covid decise dal Consiglio federale al gruppo media Ringier, casa madre del Blick. Lo rivela una ricerca condotta da CH-Media. E tutti gli sguardi sono ora puntati su Berset.
A seguito di questo sospetto, il consigliere federale è infatti stato interrogato dal procuratore federale straordinario Peter Marti. Berset ha dichiarato di non essere a conoscenza dei suddetti scambi di informazioni e ha negato che vi fosse un accordo in tal senso tra il Dipartimento della sanità e Ringier. Ma nella sfera politica c'è chi ha qualche dubbio.
«Qualcuno dovrebbe chiarire se Berset stia dicendo la verità», ha dichiarato il vicepresidente del PLR Andrea Caroni al gruppo Tamedia. Il consigliere nazionale UDC Alfred Heer si spinge invece oltre e chiede addirittura le dimissioni del consigliere federale. «È grave il modo in cui lo staff di Berset e il Blick si sono lasciati trascinare», afferma. «Tutto questo non ha nulla a che vedere con il lavoro politico serio e il giornalismo indipendente. La fiducia in Berset è scesa sotto zero».
«Non trovo molto plausibile il racconto di Berset», rincara la dose Caroni. Per lui è inoltre «difficilmente concepibile» che il consigliere federale non fosse a conoscenza delle presunte azioni del suo capo della comunicazione. «E se davvero Berset non si fosse accorto di nulla, si tratterebbe di un altro suo fallimento in termini di leadership».
L'indagine, riportano i giornali di Tamedia, potrebbe però già essere a un punto morto. Lauener avrebbe infatti denunciato il procuratore Marti per abuso d'ufficio, accusandolo di non avere l'autorità di indagare su di lui. È dunque stato aperto un procedimento contro lo stesso Marti, che blocca quello contro Lauener. Al momento non si conosce infatti come Marti abbia ottenuto le mail scambiate tra il CEO di Ringier Marc Walder e Lauener, e se Marti avesse ottenuto le mail illegalmente non si potrebbe avviare nessun’indagine penale, ma solo politica.