Il comitato scientifico consultivo per la pandemia chiede nuovi metodi per monitorare i virus
«I casi di vaiolo delle scimmie e di epatite registrati nel 2022 mostrano l'importanza di un monitoraggio continuo degli agenti patogeni in circolazione», scrive in un rapporto pubblicato oggi il comitato scientifico consultivo istituito in seguito allo scioglimento della Task Force scientifica sul Covid-19.
Stando al rapporto, per effetto delle vaccinazioni o delle infezioni il 98% della popolazione possiede ormai anticorpi contro il SARS-CoV-2. Con l'aumento dell'immunità, il peso delle infezioni da Covid sul sistema sanitario è quindi diminuito in modo significativo.
Altri patogeni respiratori (in particolare il virus respiratorio sinciziale VRS, quello dell'influenza stagionale, gli pneumococchi, gli streptococchi del gruppo A e il batterio Hemophilus influenzae) tornano però a infettare sempre più spesso le persone dopo che la loro circolazione era stata inibita dalle misure di protezione dal coronavirus. Ciò causa un sovraccarico di lavoro negli ospedali e negli ambulatori dei medici di base e dei pediatri.
I test del Covid sono crollati
Come noto, dal 1° gennaio di quest'anno il governo federale non copre più i costi dei test per il Coronavirus. Poiché il numero di test è crollato, questo strumento di monitoraggio è stato in gran parte abbandonato.
A causa delle persistenti incertezze, gli esperti ritengono giunto il momento di rivedere i metodi che la Svizzera intende adottare per continuare a monitorare le malattie infettive. «A seconda di come si risponderà a questa domanda, anche l'approccio sociale, medico e politico di fronte a questi agenti patogeni è destinato a cambiare», si legge nel rapporto.