La politica è unanime: Berna non deve consegnare materiale bellico direttamente all’Ucraina. Ma per quanto riguarda le forniture indirette?
BERNA - La pressione sulla Svizzera cresce. Germania e Nato spingono per ottenere il permesso di esportazione di materiale bellico in Ucraina. La politica e i partiti si dividono. Anche all’interno dell’UDC, da sempre primo difensore del principio di neutralità della Confederazione, le opinioni si scontrano.
Berlino minaccia - La Germania in particolare ha minacciato negli scorsi giorni di non acquistare più attrezzature militari svizzere se non possono essere utilizzate in tempo di guerra. Una decisione che avrebbe conseguenze disastrose per l'industria degli armamenti elvetica.
Una minaccia ha spinto molti politici a rivedere le proprie posizioni. Werner Salzmann, membro UDC del Consiglio degli Stati e presidente della Commissione per la politica di sicurezza, crede che qualcosa deve essere cambiato. «La Svizzera, in quanto paese neutrale, non può aiutare direttamente l'Ucraina. Ma non dovrebbe nemmeno bloccare altri paesi che vogliono farlo», ha affermato ai microfoni della SRF.
Qualcosa si muove - Il dibattito è stato innescato da una proposta parlamentare del presidente del PLR Thierry Burkart. Il membro del Consiglio degli Stati vuole eliminare la dichiarazione di non riesportazione per i paesi che difendono valori simili a quelli della Svizzera e che hanno un sistema di controllo delle esportazioni paragonabile al nostro.
Questa disposizione si applicherebbe anche retroattivamente, il che significa che Berlino potrebbe cedere a Kiev munizioni svizzere acquisite da tempo. Una proposta che piace a Salzmann, il quale vorrebbe però aggiungere una data di scadenza: il materiale potrebbe essere ceduto non prima di cinque anni dall'acquisto.
Non tutti però la pensano così all’interno dell’UDC. Christoph Blocher ha messo in guardia contro la violazione della legge della neutralità. Blocher esige parità di condizioni per tutti alla SRF. Secondo Blocher, se la legge stabilisce che non ci sono condizioni, ciò andrebbe bene in termini di legge sulla neutralità. Spetterebbe poi agli altri paesi cosa fare con le armi svizzere.
D'altra parte, concedere retrospettivamente il permesso di inviare armi sarebbe contrario alla neutralità. «È la stessa cosa se lo facessimo noi direttamente», ha sentenziato Blocher.