Un tweet dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha provocato rabbia e sconcerto
BERNA - Incomprensione, critiche e disprezzo.
Ha provocato reazioni prevalentemente negative un tweet dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) relativo alla carenza di farmaci. Il tutto è nato da una domanda del cabarettista svizzero Victor Giacobbo, che ha chiesto all'autorità sanitaria cosa consiglierebbe alla popolazione per affrontare la penuria di medicinali, aggiungendo un ironico «lavarsi frequentemente le mani?».
L'UFSP ha risposto al tweet dell'umorista scrivendo: «La task force è in azione. Si valutano soluzioni a lungo termine», per poi aggiungere «grazie per il consiglio. Lavandovi regolarmente le mani vi ammalerete di meno e avrete bisogno di meno farmaci».
Parrebbe insomma che l'autorità abbia quindi preso sul serio il consiglio di lavarsi le mani, seppur Giacobbo l'avesse intesa in modo chiaramente ironico. Un tweet che, come detto, è stato accolto con rabbia da alcuni utenti. Il Presidente del Centro Gerhard Pfister, ad esempio, ha commentato immediatamente: «Meglio non rispondere che dare una risposta come questa». Un altro utente ha scritto: «Tutte le persone che soffrono di epilessia saranno sicuramente felici di questa risposta».
«Un tweet cinico»
Altri utenti sottolineano inoltre che molti dei farmaci che mancano non possono essere sostituiti dal semplice lavaggio delle mani. «Non aiuta con la depressione, purtroppo. Risposta molto cinica», ha scritto uno di loro. Un altro utente si è detto arrabbiato: «Non posso credere che questa sia la vostra risposta alla carenza di farmaci? Cosa che tutti hanno previsto, a quanto pare, tranne voi».
In effetti, oggi c'è una carenza di molti farmaci vitali. «Ad esempio in ambito pediatrico, ma mancano anche farmaci per abbassare la pressione sanguigna e farmaci oncologici, per alcuni dei quali non esistono sostituti» ha detto recentemente Andreas Faller, consigliere per la salute ed ex vicepresidente dell'UFSP. La causa del collo di bottiglia è da ricercarsi nei problemi delle catene di approvvigionamento, in particolare nei paesi di produzione India e Cina.