La Confederazione sta bussando alla porta di diversi governi, tra cui gli Stati Uniti, allo scopo di preservare il proprio benessere.
BERNA - In assenza di un accordo con l'Unione Europea, la Svizzera sta bussando alla porta di diversi governi, tra cui gli Stati Uniti, allo scopo di preservare il proprio benessere.
Si tratta di una strategia lanciata anche a causa dello stallo con l'UE, ha spiegato il "ministro" dell'economia e della ricerca, Guy Parmelin, dalle colonne del quotidiano romando "Le Temps". La Svizzera, ha aggiunto, non può semplicemente stare a guardare.
«Dobbiamo mantenere la nostra prosperità» - «Finché la situazione è bloccata, dobbiamo cercare altre soluzioni per mantenere la nostra prosperità in termini di ricerca, scienza ed economia», ha affermato il consigliere federale Parmelin.
Primi accordi con gli Usa - I primi contatti sono stati allacciati durante il Forum economico mondiale (WEF) di Davos dove sono state avviate discussioni col Regno Unito, il Canada e gli Stati Uniti, ha sottolineato l'esponente UDC vodese in governo, aggiungendo che in gennaio è già stato firmato con Washington un accordo sui prodotti farmaceutici.
Parmelin ha anche detto di voler verificare se non vi sia una finestra di opportunità per finalizzare l'accordo sul Mercosur, un progetto di mercato comune tra diversi Paesi dell'America Latina.
Stallo con l'UE - Per ora la situazione con l'Ue dopo il fallimento dell'accordo istituzionale è bloccata. Tuttavia, a causa dell'impasse, la Svizzera è stata esclusa dalla piena associazione al programma di ricerca europeo, Orizzonte. Concretamente, i ricercatori e le aziende svizzere non possono più coordinare i progetti europei e la ricerca non può più ottenere sovvenzioni dal Consiglio europeo.
Per il "ministro" Parmelin, l'UE ha commesso un errore escludendo la Svizzera e il Regno Unito da questo progetto. «Ciò indebolisce il continente europeo, non ci favorisce e, in ultima analisi, avvantaggia il Nord America e l'Asia», ha chiosato il consigliere federale democentrista.