Le temperature rigide della seconda parte di gennaio fanno recuperare terreno al turismo invernale, anche in Ticino.
BERNA - Grazie a una seconda parte di gennaio con temperature di nuovo più rigide il settore del turismo invernale ha recuperato terreno in Svizzera: lo indica oggi l'associazione di categoria Funivie svizzere, aggiungendo comunque che «le buone condizioni di gennaio sono riuscite solo parzialmente a compensare la carenza di neve in dicembre. Alla fine del mese scorso si registrava infatti ancora una contrazione del 24% dei primi ingressi».
Per quanto riguarda l'evoluzione regionale, il Ticino segna +434% di ingressi e +52% di fatturato nel confronto con l'anno prima, quando praticamente sino a fine dicembre non era caduta neve.
Tutte in negativo sono invece le principali regioni sciistiche, vale a dire Vallese (rispettivamente -10% e -5%), Grigioni (-8% e -2%) e Oberland bernese (-29% e -17%). Diverso è il quadro se si tiene conto della media quinquennale: in tal caso il Ticino mette a referto -34% e -24%, il Vallese +10% e +13%, i Grigioni +2% e +12% e l'Oberland bernese -22% e -11%.
Complessivamente l'affluenza è calata questo inverno del 17% e il fatturato del 8%, nel confronto fra la stagione 2022/2023 (dati sino a fine gennaio) e lo stesso periodo del 2021/22, che era stato peraltro molto buono a nord della Alpi, ma assai difficile in Ticino.
Rispetto alla media degli ultimi cinque anni il calo attuale dell'affluenza è del 6%, mentre a livello di ricavi si registra una crescita del 4%: un indizio che può far ritenere come i prezzi siano aumentati.