L'utilizzo massiccio dei dispositivi sulle piste da sci ha attirato la rabbia di vari gruppi impegnati nella protezione dell’ambiente.
VERBIER - Per gli amanti dello sci la stagione 2022/2023 è stato un disastro. La neve è scesa con il contagocce compromettendo l’interno settore turistico che ruota attorno agli sport invernali. Ristoranti, stazioni sciistiche, alberghi e negozi sportivi sono in ginocchio. L’unica soluzione per limitare i danni è stata il massiccio utilizzo di cannoni della neve. Questi dispositivi però hanno anche un importante impatto climatico.
L'impatto climatico - Proprio a causa dell’inquinamento che i cannoni producono, qualcuno si è opposto al loro utilizzo. Villars, Les Diablerets, Verbier, ma anche in Francia a Les Gets e La Clusaz, da inizio gennaio molte stazioni sciistiche hanno subito atti di vandalismo proprio ai danni dei cannoni. Ma chi c’è dietro a questi sabotaggi? L’identità dei responsabili non è nota, le autorità stanno ancora svolgendo le indagini. L’indiziato numero uno rimane il gruppo Extinction Rebellion attivo nella regione, ma per il momento non c'è stata una rivendicazione ufficiale.
Allarmare e sensibilizzare - Il quotidiano vodese 24heures ha incontrato un attivista responsabile degli atti di vandalismo, che ha voluto spiegare le ragioni del gruppo. «I cannoni da neve rappresentano tutto quello che non va nella lotta contro i cambiamenti climatici», esordisce il ragazzo, la cui identità non è stata rivelata. «È un modo per denunciare l'inquinamento delle stazioni sciistiche. Che ci piaccia o no, prima o poi diventerà un'attività obsoleta e non più sostenibile. Dobbiamo cambiare direzione, insieme, e in fretta».
«Agiamo per l'interesse comune» - L’attivista è cosciente del forte impatto emotivo che le sue azioni provocano. «Stiamo agendo per l'interesse comune, per difendere la biodiversità, e continueremo a lottare». Le azioni sovversive non sono l’unico strumento a disposizione degli attivisti nella lotta ai cambiamenti climatici. L’interlocutore non è però d’accordo. «Nella fase attuale della lotta non possiamo permettercelo. Dobbiamo fare tutto il possibile per allertare e sensibilizzare l’opinione pubblica. Lo facciamo anche perché la politica o le lobby non si sono assunte le proprie responsabilità».
Altri sabotaggi in futuro - Una risposta che spinge a chiedersi se altri dispositivi per la neve verranno presi di mira in futuro dal gruppo a protezione del clima. L’attivista non lascia dubbi: «Ci saranno altri sabotaggi». Una lotta che quindi durerà ancora a lungo. «Ci impegneremo finché sarà necessario. Vogliamo mostrare l'assurdità dei discorsi politici e le loro conseguenze».