Secondo la Commissione degli affari giuridici degli Stati la maggioranza dei giovani può essere reinserita senza pericoli di recidiva.
BERNA - I minorenni autori di reati, anche gravi, non vanno internati. È l'opinione della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG-S) secondo la quale in Svizzera, grazie alle misure protettive previste dalla legge, è possibile reinserire la grande maggioranza dei giovani, evitando il pericolo di recidiva.
Nel bocciare parte del progetto del governo (7 voti a 5), la commissione crede che le lacune denunciate dalla mozione di Andrea Caroni sul piano della sicurezza nel diritto penale minorile riguardino soltanto un numero esiguo di procedimenti; non è quindi giustificato stravolgere il collaudato sistema del diritto penale minorile a causa di pochi casi eccezionali, indica una nota odierna dei servizi parlamentari.
Secondo la commissione, inoltre, è impossibile formulare una prognosi a medio-lungo termine quanto alla pericolosità dei minorenni: secondo gli esperti, infatti, lo sviluppo della loro personalità e quello cerebrale non si sono infatti ancora conclusi.
Una minoranza difenderà invece l'entrata in materia giacché la proposta del governo si limita a reati gravi come l'assassinio e gli autori di età pari o superiore a 16 anni. Inoltre presuppone che la loro liberazione al raggiungimento della maggiore età non costituisca un pericolo per terzi.
Sempre affrontando il progetto di legge governativo, la CAG-S ha invece accolto - 7 voti a 4 e una astensione - una proposta circa l'esecuzione delle sanzioni, ossia: no a congedi non accompagnati durante l'internamento o l'esecuzione della pena che lo precede in un istituto chiuso.