L'inflazione percepita è aumentata di nuovo a gennaio. L'esperto di Comparis: «Anche nel 2023 i prezzi continueranno a salire».
BERNA - Non c'è pace per i consumatori svizzera. Secondo l'indice dei prezzi di consumo di Comparis, l'inflazione percepita, che viene calcolata esclusivamente con i beni di consumo regolari (alimentari, medicamenti o vestiti, escludendo i fattori di contenimento dell'inflazione come gli affitti o altri beni durevoli), nel nostro Paese è infatti salita del 3,8% a gennaio.
Gas, elettricità e generi alimentari
A determinare il (pesante) aumento è stato soprattutto il forte rincaro dei prezzi dell’elettricità e dei generi alimentari, in particolare del pane, della farina e dei prodotti a base di cereali. Ma anche il costo di altri generi alimentari è salito notevolmente. «Il forte aumento dei prezzi dell’elettricità - precisa l'esperto in finanze di Comparis Micheal Kuhn, ha portato a una maggiore consapevolezza dell’inflazione in gran parte della popolazione».
+25% del costo dell'elettricità
A impennare è stato soprattutto il prezzo dell'elettricità che rispetto a dicembre 2022 ha fatto segnare un preoccupante +25,5%. Tanto che secondo la Commissione federale dell’energia elettrica, un’economia domestica pagherà quasi 27 centesimi per chilowattora. «Si tratta - precisa Comparis - dell'aumento più alto degli ultimi vent'anni».
I cinque aumenti più marcati
Ma l'elettricità si trova solo sul terzo gradino dello scomodo podio del rincaro. A dominare la classifica degli aumenti più marcati su base annua è infatti il prezzo dei biglietti aerei (+39,8), seguito a ruota dai prezzi dell'energia per il riscaldamento (gas, olio combustibile, legna e teleriscaldamento) con un +31,8%. Al quarto e quinto posto si piazzano invece lo zucchero e la margarina, i grassi e gli oli commestibili con un aumento rispettivamente del 15,6% e del 14,4%. «Alla base del rincaro dello zucchero ci sono diversi fattori: da una parte, le barbabietole da zucchero locali hanno un contenuto zuccherino più basso a causa delle condizioni atmosferiche avverse, che si traduce in minori proventi. Dall’altra, anche il caro energia ha portato a un aumento dei costi di produzione dello zucchero», osserva Kuhn. «Anche nell’UE i prezzi dello zucchero sono cresciuti in modo significativo a causa del calo della superficie coltivata e del raccolto».
Svizzera meno toccata
Dando un’occhiata oltre confine si nota che il rincaro in Svizzera su base annua è più contenuto rispetto all’eurozona. Secondo Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione Europea, negli ultimi dodici mesi i prezzi nella zona euro sono cresciuti del 9,3% (intera UE: +10,6%). A gennaio il tasso d'inflazione era pari al -0,4% (intera UE: -0,2%).
Per l’intero anno si prevede un’inflazione di circa il 6,1% nell’eurozona e del 7% nell’UE. In Svizzera, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) prevede un rincaro del 2,2% per l’anno in corso. «Nel confronto a lungo termine - conclude Kuhn - l’inflazione in Svizzera rimarrà quindi elevata, ma sarà molto più bassa che nella maggior parte dei paesi europei».