Le FFS, dopo le polemiche delle settimane scorse, escludono l'identificazione dei viaggiatori attraverso il loro volto.
BELLINZONA - Dopo le polemiche dei giorni scorsi riguardo il nuovo sistema di misurazione della frequenza dei clienti, le FFS smentiscono che questo avverrà attraverso l'identificazione del volto dei viaggiatori.
Stazioni sicure e pulite - E lo fa per voce di Alexis Leuthold, responsabile Gestione presso Immobili: «LeFFS vogliono offrire alla clientela stazioni sicure e pulite e il miglior servizio possibile. Conoscere meglio il flusso di persone - spiega - ci aiuta a realizzare la nostra missione di guidare la clientela in modo sicuro e confortevole attraverso la stazione».
Migliorare i servizi attraverso una migliore conoscenza delle abitudini - Le FFS misurano già gli spostamenti delle persone in stazione, «ma ora stiamo valutando quali sistemi consentirebbero a noi e ai nostri locatari di comprendere meglio i comportamenti di singoli gruppi di clienti, cioè dove passano esattamente o si fermano e dove si formano assembramenti».
Il miglioramento dei servizi si intreccia anche con il fatto che il contratto con l’attuale fornitore sta per scadere e «naturalmente cerchiamo una soluzione che sia in linea con lo stato della tecnica, visto che la tecnologia si è evoluta rapidamente negli ultimi anni».
La strategia delle Ferrovie federali svizzere punta a«migliorare ulteriormente la qualità del servizio e della sosta. Ad esempio, se sappiamo che 100 passeggeri si spostano dal binario 5 al binario 2 e hanno 10 minuti a disposizione - argomenta - possiamo posizionare lungo il percorso il fornitore regionale di caffè e cornetti. Se osserviamo che molti passeggini seguono un determinato tragitto, possiamo installare un ascensore dove è più opportuno. Inoltre, possiamo rilevare tempestivamente le formazioni di assembramenti e agevolare così l’intervento del servizio di sicurezza».
Nessun riconoscimento facciale dei viaggiatori - E smentisce categoricamente che il nuovo sistema di misurazione della frequenza dei passeggeri passerà anche dal loro riconoscimento facciale. «Il nostro obiettivo non è identificare le persone, dunque il riconoscimento facciale non è necessario. Vogliamo sapere come si comportano i sottogruppi della nostra clientela in stazione, ad esempio le persone con i passeggini, i viaggiatori che trasportano gli sci o le biciclette. Ma non abbiamo bisogno di sapere chi sono le singole persone o come si chiamano, sono informazioni semplicemente irrilevanti per noi».
Rassicurazioni anche sulla protezione dei dati - E rassicura anche sulla protezione dei dati. «Anche in questo caso, la protezione dei dati deve essere sempre garantita. Poiché non raccogliamo dati personali, questi non vengono conservati. I dati di altro tipo vengono archiviati in un cloud. L’infrastruttura cloud impiegata deve essere situata in Svizzera o nell’UE».