Fino a 80 ore settimanali, pagati poco e sempre più stressati. Lo sfogo di chi non ce la fa più o ha già gettato la spugna
ZURIGO - I medici assistenti si sentono sfruttati, tanto da arrivare a denunciare straordinari e violazioni sistematiche del diritto del lavoro da parte degli ospedali. Sulla carta sono legalmente autorizzati a lavorare 50 ore a settimana, ma - segnalano tre assistenti a 20 Minuten - si ritrovano con straordinari annullati, pause detratte anche se non ne sono state consumate e meno ore conteggiate nei giorni di malattia.
Luca Osswald, assistente medico anestesista, mostra le sue timbrature: «Si vedono dodici ore là, dodici qui, nove e mezza là, poi 13.5, poi 12.5. Questi sono tutti giorni lavorativi consecutivi. Di tanto in tanto ho un riposo e quando sono malato in realtà lavoro, ma meno», racconta.
Lina K.* vuole rimanere anonima. Ha troppa paura che la sua posizione venga messa a rischio da ciò che sta per dire. Anche lei, come altri, soffre per il pesante carico di lavoro. Non ha praticamente più tempo da dedicare a sport, hobby o amici. «Penso spesso a cos'altro potrei fare. Ma ho studiato medicina, è il mio lavoro e voglio farlo. Però non voglio un carico così pesante. Lavoro così tanto da non riuscire nemmeno a pensare a un'alternativa», sottolinea.
Daniel S.* si occupa di tecnologia medica: «È stato un processo continuo. Ho iniziato a notare che ogni giorno ero sempre più frustrato. Sul lavoro hanno iniziato a non piacermi più le cose che prima amavo. Così ho deciso di cambiare».
Per quanto riguarda lo stipendio: gli assistenti medici lavorano molto, hanno tante responsabilità e sono pagati relativamente male. In una settimana di 80 ore lavorative, percepiscono 20 franchi l'ora.
Dall'altra parte della barricata c'è il mondo politico, che cerca di ridurre costantemente i costi sanitari, ma che nega di essere responsabile del sovraccarico lavorativo per il personale sanitario. «Non considererei le misure prese per ridurre i costi, o almeno non aumentarli, come la causa del sovraccarico dei medici e di situazioni di emergenza negli ospedali», afferma il consigliere nazionale del Centro, Lorenz Hess. Anche la consigliera nazionale di socialista Flavia Wasserfallen non trova che vi sia un nesso tra le due cose: «I costi dell'assistenza sanitaria aumentano ogni anno, a volte in modo ingiustificato, e rappresentano un onere pesante per chi paga i premi. È nostro compito attuare anche misure per ridurli», aggiunge.
*nomi noti alla redazione.