Un colloquio, una lettera, una disdetta. È bufera sui social per quanto accaduto a Seegräben
SEEGRÄBEN - L'inquilino di un appartamento di 5,5 stanze nel comune di Seegräben (Zurigo) ha ricevuto una lettera amara: dovrà lasciare la sua abitazione il 31 maggio 2023, perché al suo posto si dovranno insediare cinque rifugiati.
«Sono incredibilmente triste. Ho vissuto qui per oltre 15 anni. I miei figli sono cresciuti in questo appartamento», ha detto l'inquilino a 20 Minuten. Sei anni fa, l'ex moglie e i figli si sono trasferiti. In seguito, l'uomo ha subaffittato parte dell'appartamento e lo ha ristrutturato nel corso degli anni. Non riesce ancora a credere che ora debba trasferirsi. «Non me lo sarei mai aspettato».
Il Comune di Seegräben, dal canto suo, dice di essere stato incaricato dal Cantone di mettere a disposizione uno spazio abitativo per poter ospitare dei rifugiati. «Nonostante un'intensa ricerca nelle ultime settimane, al momento non è possibile trovare appartamenti adatti sul mercato libero», scrive l'amministrazione comunale.
Sui social media c'è grande indignazione per questa decisione, tra molti che la definiscono inaccettabile e altri che chiedono al Comune di sostenere l'inquilino nella ricerca di un posto dove vivere.
«Da anni stiamo cercando un alloggio»
Marco Pezzatti, a capo del Consiglio comunale, conferma i fatti a 20 Minuten. «Per il Comune è stata una decisione molto difficile. Purtroppo questa misura era l'ultima possibilità per raggiungere la quota di accoglienza per i rifugiati prevista dal Cantone». Secondo le autorità, il Comune dovrebbe accogliere 13 rifugiati, ma da diversi mesi ne ha solo nove. «Da sei anni stiamo cercando di trovare un alloggio per i rifugiati: abbiamo chiesto a privati e fatto appelli su riviste e portali immobiliari, ma purtroppo senza successo».
L'appartamento in questione sarà occupato in futuro da una famiglia di cinque persone. «L'attuale inquilino è stato informato del processo di disdetta durante un colloquio». Per quanto riguarda le reazioni sui social media, Pezzati afferma: «Era chiaro che questa misura non sarebbe stata accolta bene. A volte, purtroppo, si devono prendere decisioni impopolari se si vuole rispettare le autorità».
E ora? Il padre di famiglia non sa ancora cosa riserva il futuro. «Non credo che nei prossimi tre mesi riuscirò a trovare un altro appartamento a prezzi accessibili nella zona che abbia spazio per me, i miei figli, che vengono a trovarmi ogni quindici giorni, e i miei animali domestici». Non ha, insomma, una soluzione di emergenza.
Parola all'OSAR
«Il fatto che l'inquilino sia stato sfrattato è deplorevole, ma si tratta comunque di un caso isolato. Non ci aspettiamo che tali incidenti aumentino», afferma Lionel Walter, portavoce per i media dell'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR). La situazione degli alloggi rimane molto tesa a causa dei numerosi rifugiati provenienti dall'Ucraina e dell'aumento delle richieste di asilo nel 2022. «Le capacità di accoglienza sono in alcuni casi scarse o esaurite». La sistemazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo è organizzata in modo diverso a seconda del Cantone. «A livello comunale, spesso è difficile creare nuovi spazi abitativi. Per questo motivo si stanno cercando altre possibilità», spiega il portavoce. Tuttavia, spera che i comuni trovino soluzioni migliori.