Nel mirino degli ambientalisti ci sono le turbine della centrale di riserva situata a Birr nel Canton Argovia
BERNA - Il movimento ambientalista "Sciopero per il clima" vuole una moratoria sulla costruzione e sull'esercizio delle centrali a combustibili fossili. A tal fine, ha indetto per oggi una serie di manifestazioni in otto città svizzere.
La giornata odierna sarà caratterizzata da proteste a sostegno del clima. Nella Confederazione sono previste dimostrazioni ad Aarau, Berna, Losanna, Lucerna, Neuchâtel, Sion, San Gallo e Zurigo.
Le rivendicazioni - In una conferenza stampa a Berna, gli attivisti di "Sciopero per il clima" hanno inoltre sottolineato come sia necessario risparmiare elettricità, un obiettivo da raggiungere attraverso una tariffazione progressiva della stessa. I privati dovrebbero poter acquistare gratuitamente una certa quantità di corrente, mentre oltre questo livello minimo i prezzi dovrebbero salire e di molto. In questo modo, sarebbe più costosa l'elettricità per una Jacuzzi che per cucinare, hanno spiegato davanti ai media.
Secondo il movimento poi, in caso di minaccia di una grave carenza elettrica bisognerebbe ridurre l'attività di settori ad alto consumo come l'industria siderurgica o del cemento. Allo stesso tempo, l'orario di tutti i lavoratori andrebbe ridotto, mantenendo i salari invariati, mentre il trasporto pubblico andrebbe sovvenzionato con una tassa sugli utili in eccesso per aziende che approfittano della guerra come Glencore o Shell.
La centrale di Birr - A livello svizzero, nel mirino degli ambientalisti ci sono per esempio le otto turbine della centrale di riserva situata a Birr (AG), che emettono 6200 tonnellate di CO2 al giorno, si legge in un comunicato in cui non si esita a parlare di "follia". Gli organizzatori delle manifestazioni intendono dunque protestare contro i progetti di costruzione d'impianti simili, come a Cornaux (NE), e contro il terminale di gas naturale liquefatto (GNL) previsto a Muttenz (BL).
"Sciopero per il clima" critica in generale l'espansione delle infrastrutture legate ai combustibili fossili e "l'approccio antidemocratico del Consiglio federale". La Svizzera infatti, viene fatto notare, dipende dall'importazione di petrolio, gas e uranio da regimi dittatoriali come la Russia.