La proposta UDC è stata fatta propria dal Consiglio degli Stati (che l'ha trasmessa al Consiglio federale).
BERNA - «Il servizio civile va reso meno attrattivo allo scopo di aumentare gli effettivi dell'esercito».
Lo chiede una mozione del gruppo UDC, già approvata dal Nazionale, trasmessa oggi definitivamente al Consiglio federale dal Consiglio degli Stati che l'ha accolta per 31 voti a 9.
Il numero dei civilisti è fortemente aumentato dall'abolizione dell'esame di coscienza nell'aprile 2009. Si è passati da poche centinaia all'anno a 6000/7000. Si tratta di giovani che non svolgono più il servizio militare semplicemente perché non lo vogliono fare, secondo Werner Salzmann (UDC/BE).
Un'indagine dell'Università di San Gallo mostra che nessuno invoca un conflitto di coscienza per giustificare l'incorporazione nel servizio civile, ha aggiunto il "senatore" bernese.
Nel 2021, circa 2000 persone sono state ammesse al servizio civile dopo la scuola reclute, ha spiegato dal canto suo il consigliere federale Guy Parmelin. Le spese di addestramento dell'esercito perse sono stimate in 69 milioni di franchi, ha aggiunto. Per il consigliere federale è quindi necessario agire.
La sinistra si è opposta invano alla mozione.
La mozione dei democentristi chiede, concretamente: un minimo di 150 giorni di servizio civile da prestare in ogni caso; l'applicazione anche per i sottufficiali e gli ufficiali del fattore 1,5 per determinare i giorni di servizio civile ancora da prestare; escludere l'impiego dei medici, nel servizio civile, nel rispettivo settore specialistico; la non ammissione per i membri dell'esercito con zero giorni di servizio residui; l'introduzione di un obbligo d'impiego annuale a partire dall'ammissione; l'obbligo di prestare il cosiddetto "impiego di lunga durata" al più tardi nell'anno civile successivo all'ammissione se la domanda viene presentata durante la scuola reclute.
Queste sei misure corrispondono ai provvedimenti non contestati che figuravano nella modifica della legge federale sul servizio civile sostitutivo bocciata dal Parlamento nelle votazioni finali nella sessione estiva del 2020. I due punti maggiormente controversi non sono invece stati ripresi.