Chirurgia transgender in aumento. Qualcuno è preoccupato, ma gli psicanalisti precisano: «Non è un capriccio»
GINEVRA - Tra il 2018 e il 2021 in Svizzera 58 minorenni si sono sottoposte a un intervento chirurgico per rimuovere il seno.
Troppe secondo l'AMQG, l'Associazione per un approccio misurato ai dubbi di genere fra i giovani con sede a Ginevra, che ha una visione molto critica della chirurgia transgender. «Oggi, dopo poche sedute psichiatriche, i minori possono ottenere un certificato che diagnostica la disforia di genere. Una diagnosi che apre la strada all'intervento chirurgico», ha spiegato la co-fondatrice Isabelle Ferrari a 20Minuten.
Cifre in aumento - L'associazione ha chiesto i dati all'Ufficio federale di statistica. «Durante gli ultimi tre anni, dieci ragazze con un'età compresa tra i 10 e i 14 anni, e 58 ragazze tra i 14 i 18, sono state sottoposte alla mastectomia bilaterale». L’intervento chirurgico che appunto permette di rimuovere entrambi i seni. «Dobbiamo attirare l'attenzione mediatica sulla trascuratezza con cui vengono eseguiti questi trattamenti. Non viene prestata abbastanza attenzione alle conseguenze. Le ragazze coinvolte sono spesso troppo giovani per valutare adeguatamente una decisione che le condizionerà per sempre», sostiene Ferrari.
La questione apre un ampio dibattito. Non tutti infatti concordano con la posizione di Isabelle Ferrari e dell’associazione di cui fa parte. Queste cifre per esempio non sorprendono il Dottor Garcia Nunez, specialista in psichiatria e psicoterapia, otre che terapista sessuale. «I dati mostrano soltanto che le persone transgender non si devono più nascondere. Fino a pochi anni fa, l'assistenza medica era molto più complicata». Difficoltà che, secondo lo psichiatra, avrebbero allontanato molte persone trans dagli ospedali. «Le 58 operazioni corrispondono in media a meno di un caso per cantone ogni anno».
«Non è un capriccio» - In Svizzera gli interventi chirurgici ai minori non sono vietati. Una decisione giusta? «Assolutamente, anche i minori devono avere accesso agli interventi. Le persone trans che decidono di farsi curare non lo trovano né “divertente” né “bello”. Sono costrette a fare questo passo a causa di una condizione medica chiamata “disforia di genere”. Non ci sono dodicenni che vanno a farsi operare per capriccio», ha spiegato Nunez.
La disforia di genere affligge le persone che soffrono intensamente nel sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso. Un disagio che richiede però una diagnosi da parte di un professionista psichiatrico o psicologico e il consenso dei genitori.
Tra spensieratezza e capacità di giudizio - Un aspetto su cui si basa il ragionamento dell’Associazione di Ginevra è la giovane età delle ragazze che affrontano l’intervento. Una teoria subito confutata dallo specialista. «Nessuno è migliore di noi stessi per giudicare la nostra identità di genere. La capacità di esprimere giudizi, che è sempre al centro della psichiatria infantile e adolescenziale, è importante».
Come anticipato la questione è delicata e apre al dibattito politico. Un grande rischio secondo Nunez. «Questi interventi medici sono noti, efficaci ed economici. La “politicizzazione” della vita e del trattamento delle persone trans è uno dei meccanismi di discriminazione più pericolosi».