L'ambasciatrice ucraina a Berna Iryna Wenediktova parla del futuro del suo paese una volta terminato il conflitto.
BERNA - Lo scorso 14 marzo erano quasi 77'000 gli ucraini a cui era stato concesso lo statuto di protezione S dalla Svizzera, mentre in Europa le persone fuggite dalla guerra che possono fregiarsi di questo status sono 4.9 milioni. A questi vanno ad aggiungersi ben 5.4 milioni di sfollati che si trovano ancora all'interno dell'Ucraina.
Il loro futuro (e quello della nazione), al momento, è parecchio nebuloso. Anche perché per ora non si vede alcuna luce in fondo al tunnel. Ma pure quando l'invasione russa sarà terminata, la ricostruzione dell'Ucraina non sarà semplice. Anche perché vi è il timore che - con il passare del tempo - molte delle persone che ora hanno lo status di rifugiato in un altro Paese europeo potrebbero non tornare.
Il giornalista di 20 Minuten Stefan Lanz ne ha parlato con Iryna Wenediktova. E l'ambasciatrice ucraina, giunta a Berna nel novembre del 2022, su questo punto è stata cristallina: «Se la gente non dovesse tornare in Ucraina finita la guerra sarebbe un disastro».
Martedì, 14 marzo – le cifre #UkraineInfoCH attuali:
— SEM (@SEMIGRATION) March 14, 2023
- 79 830 richieste statuto S
- 76 874 concessioni statuto S
- 9729 fine statuto S e 1831 fine in esamehttps://t.co/Hy5p3Ckr3u pic.twitter.com/HvvVYc0mgf
Signora Ambasciatrice, com'è l'umore degli ucraini fuggiti in Svizzera?
«Lo statuto di protezione S è un grande aiuto. Dà loro una mano a trovare un lavoro o a iniziare una formazione. Ufficialmente, sono quasi 77'000 gli ucraini che godono di questo status, mentre più di novemila sono già tornati in Ucraina. Ufficiosamente, però, gli ucraini che vivono in Svizzera sono quasi centomila».
Centomila?
«Sì. Già prima che scoppiasse la guerra vi erano oltre 7'000 ucraini in Svizzera. Ora quasi 77'000 hanno ottenuto lo status di protezione. Gli altri vivono in altre situazioni di residenza, ad esempio come studenti, lavoratori o in "maniera non ufficiale"».
Vogliono tutti rimanere qui?
«No, quasi tutti vogliono tornare in Ucraina. Ma purtroppo il Paese non è sicuro al momento. Proprio lo scorso fine settimana ci sono stati nuovi attacchi missilistici su larga scala in tutta la nazione. Non possiamo far tornare a casa le persone e farle uccidere dai missili russi. Il loro rientro potrà avvenire solo quando avremo vinto».
Se la guerra dovesse durare a lungo, la gente sarà ancora disposta a tornare?
«Questo è il principale punto interrogativo. Milioni di ucraini hanno lasciato il Paese e vivono in altre società da più di un anno. Per noi autorità questo è ovviamente doloroso».
Perché?
«Perché abbiamo bisogno di queste persone per ricostruire la nuova Ucraina una volta finita la guerra. Se hanno trovato un lavoro, magari si sono sposati, e non vogliono tornare, sarà un disastro. Per lo Stato, ma anche per le famiglie che ora vivono separate e potrebbero non riuscire più a ricongiungersi».
Cosa dovrete fare per incentivare le persone a tornare?
«Al momento dobbiamo fare poco. Anche perché praticamente tutti sono orgogliosi del loro passaporto ucraino. In futuro il nostro compito sarà quello di offrire loro condizioni migliori nella nuova Ucraina rispetto ad altri Paesi, in modo che siano disposti a tornare».