L'Ufficio federale di statistica ha riportato oggi i dati dei reparti di cure intense degli ospedali svizzeri dal 2014 al 2021.
BERNA - «Un paziente su dieci che finisce in terapia intensiva muore». È una delle osservazioni che emergono dai dati comunicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST) che si riferiscono alle ospedalizzazioni in cure intense dal 2014 al 2021 in Svizzera.
L'UFT precisa inoltre che circa il 6% dei ricoveri ospedalieri necessita di cure intensive. «Questa percentuale - sottolinea l'Ufficio federale - è relativamente stabile dal 2014 e corrisponde a ottantamila ospedalizzazioni all'anno».
L'identikit - I pazienti che devono ricorrere a questo reparto sono per la maggior parte uomini (59%) e persone in là con gli anni (dai 60 agli 84). «Un terzo di loro finisce in cure intense a causa di malattie cardiovascolari», sottolinea l'UFT, precisando che «le altre due diagnosi più frequenti sono i tumori e le lesioni traumatiche». Prima dell'avvento del Covid-19 (dove la durata media si è dilatata), la metà delle ospedalizzazioni in terapia intensiva non superava le 31 ore.
Anche bambini - Oltre agli anziani, spesso a finire in terapia intensiva sono pure i bambini molto piccoli. «Ogni anno - fa presente l'UFT - vengono ricoverati in terapia intensiva più di 4'700 neonati o bambini sotto l’anno di età. In moltissimi casi si tratta di bambini nati molto prematuri o con un peso molto basso». Per i piccoli la permanenza nel reparto di cure intense si dilata e nella maggior parte delle volte supera le 80 ore.
Uno su dieci non ce la fa - Purtroppo, precisa l'UFT - il 10% delle ospedalizzazioni con ricovero in terapia intensiva termina con il decesso in ospedale. Ma anche in questo caso una discriminante importante è l'età. «Per i pazienti al di sotto dei 40 anni, questa quota è inferiore al 3%», conclude l'Ufficio federale. «In seguito aumenta con l’età, fino a raggiungere il 18,5% per le persone dagli 85 anni in su».