È il risultato di uno studio condotto dai ricercatori delle università di Friburgo e Lucerna.
BERNA - «Insegnare l'islam a scuola aiuta a prevenire la radicalizzazione». È la conclusione cui sono giunti i ricercatori delle università di Friburgo e Lucerna sulla base dei corsi di religione nei cantoni romandi e svizzero-tedeschi, peraltro fondamentalmente diversi.
«L'insegnamento religioso serve ai giovani per sviluppare un'identità religiosa più meditata», ha dichiarato oggi all'agenzia Keystone-ATS il direttore dello studio Hansjörg Schmid. Quest'ultimo è a capo del Centro svizzero Islam e Società (CSIS) dell'Università di Friburgo, che ha lanciato nel 2019 un master unico nel suo genere in Europa e dedicato appunto all'islam e alla società moderna.
Partendo dal presupposto che l'aumento della diversità religiosa pone alle scuole nuove sfide, gli autori dello studio hanno esaminato i modelli d'insegnamento religioso in ambito scolastico in tutto il Paese. La loro ricerca ha rivelato in particolare che i corsi sull'islam impartiti in classe favoriscono l'integrazione, dal momento che creano scambi tra il mondo della scuola e quello della religione.
Stando allo studio, l'insegnamento religioso favorisce «la resilienza di fronte a concezioni religiose fortemente marginalizzanti e identitarie». Si evita in tal modo che, quanto a religione e identità, si crei un vuoto che rischia di rendere i giovani vulnerabili ai processi di radicalizzazione, secondo gli esperti.
Digitalizzazione
«Nonostante una crescente secolarizzazione, la competenza religiosa spetta alla scuola», ha affermato Schmid. A suo avviso, l'insegnamento religioso in classe è particolarmente importante nel contesto della digitalizzazione. La radicalizzazione avviene spesso tramite Internet. «Quando i giovani hanno domande sulla religione, Google fornisce loro delle risposte. Tuttavia occorre una certa competenza per fare un po' d'ordine» tra le notizie trovate in rete sul tema, ha spiegato Schmid.
A causa del federalismo, l'insegnamento delle religioni varia da un cantone all'altro e in particolare tra una lingua e l'altra. In Romandia, viene proposta soltanto l'istruzione religiosa sotto la responsabilità dello Stato. L'insegnamento integra inoltre sempre più la religione così come è vissuta quotidianamente.
Nella Svizzera tedesca, invece, l'insegnamento dell'islam, al pari di quello delle religioni cristiane, è proposto solo in otto istituti scolastici di quattro cantoni (Lucerna, Zurigo, Turgovia, Sciaffusa), stando ai risultati dello studio. Le associazioni responsabili stabiliscono un'ampia base coinvolgendo anche i genitori, i Comuni e le Chiese.
Sostegno di fedpol
Questa istruzione contribuisce a una trasmissione dell'islam adattata all'età degli allievi e tenendo conto del contesto svizzero. Molti cantoni svizzero-tedeschi esigono il riconoscimento di diritto pubblico della comunità religiosa per garantire la tenuta di corsi di religione, mentre altri lasciano un più grande margine di manovra. In Ticino, l'istruzione religiosa attuata nel 2019 tiene conto delle preoccupazioni delle minoranze religiose.
Lo studio è un lavoro congiunto tra il CSIS, l'Istituto di diritto delle religioni dell'Università di Friburgo e il Centro di ricerca sulle religioni dell'Università di Lucerna. È stato sostenuto dall'Ufficio federale di polizia (fedpol) nell'ambito del piano d'azione nazionale volto a prevenire e a combattere la radicalizzazione e l'estremismo violento.