La storia di un 35enne argoviese e la sua odissea per far riconoscere un effetto collaterale rarissimo, ma esistente, del farmaco
ZURIGO - «Non ho niente con il vaccino Covid, e lo rifarei. So che ha salvato milioni di vite ed evitato decorsi gravi, se ce l'ho con qualcuno è con il sistema sanitario svizzero. Funziona solo quando non ci sono problemi», con una gamba ancora parzialmente insensibile e una Sclerosi Multipla diagnosticata, il 35enne argoviese R. R. ha voluto raccontare alla SonntagsZeitung la sua personale odissea sanitaria per un rarissimo effetto collaterale del farmaco: «Sono fortunato perché sono uno scienziato, altrimenti chissà...».
Tutto è scattato già con la prima dose di Moderna fatta nel 2021, con un intorpidimento nella gamba destra e l'apparizione di alcune chiazze sospette sulla stessa. L'insensibilità continua per settimane e, dopo la seconda dose, appare anche il mal di schiena. Con un dottorato e attivo nell'ambito delle neuroscienze, R. inizia a sospettare che ci sia sotto qualcosa di più, ma alle sue domande riceve come risposte solo diagnosi errate.
Nel frattempo l'intorpidimento si espande nella gamba e arriva fino all'anca, le giunture cominciano a fare davvero male. Continua la sua processione, di medico specialista in specialista. Gli identificano una malattia autoimmune e inizia una terapia cortisonica, ma ormai i sintomi sono così gravi che non riesce più a camminare e viene ricoverato.
R. però ne è convinto, tutto questo deve essere collegato alla vaccinazione, lo sostiene più volte ma - con sua immensa frustrazione - i dottori non lo prendono sul serio e non segnalano la sua situazione a Swissmedic. Alla fine, il rapporto lo farà poi di suo pugno.
Intanto il suo quadro clinico peggiora, la Sclerosi Multipla è diagnosticata e le tac rilevano danni al cervello e al midollo spinale in crescita. Il 35 chiede un lavaggio del sangue (aferesi), per rimuovere le particelle del vaccino che - secondo lui hanno fatto scatenare la risposta immunitaria - alla fine i medici gli danno ragione. Intanto anche, viso, mani e schiena iniziano a perdere sensibilità e sono apparsi anche crampi muscolari.
Dal lavaggio comincia a stare un po' meglio e arriva la svolta che porterà a un recupero importante. 3 mesi dopo dalla seconda dose, il contatto con il prof. Roland Martin dell'Istituto d'immunologia sperimentale dell'Università di Zurigo che riesce a rilevare un nesso fra le proteine spike del vaccino e l'insorgere della Sclerosi. Inizia una nuova terapia con farmaci immunomodulatori. I sintomi iniziano a regredire, adesso R. può camminare anche se d'ora in poi dovrà convivere con la sua malattia.
«È un’eventualità estremamente rara, ma possibile», conferma Martin al domenicale, «al momento in Svizzera circa 15'000 persone sono affette da sclerosi multipla e c'è una nuova diagnosi ogni giorni, di queste una frazione minima potrebbe essere collegata al vaccino. Va detto che è verosimile che la malattia possa emergere anche dopo un'infezione da Sars-CoV-2. Al momento è già così anche con altri virus».