Lo ha affermato il presidente della direzione uscente di UBS, Ralph Hamers, all'assemblea di UBS
BASILEA - «Sono fiducioso che il nuovo Ceo Sergio Ermotti, con il suo curriculum e la sua esperienza, condurrà la banca in modo sicuro attraverso questa prossima fase». Lo ha affermato il presidente della direzione uscente di UBS, Ralph Hamers, in un discorso tenuto in tedesco all'assemblea generale degli azionisti oggi in corso a Basilea.
Come noto i soci nulla potranno decidere riguardo alla fusione con Credit Suisse: l'operazione di salvataggio (operazione commerciale, nelle parole della consigliera federale Karin Keller-Sutter) è stata orchestrata sopra le loro teste dal governo elvetico, che ha fatto ricorso al diritto di urgenza mettendo fuori gioco le normative appositamente create per occasioni di questo tipo.
Il salvataggio della banca da parte di UBS, orchestrato dal Consiglio federale il 19 marzo, è stato «un botto», ha dichiarato Hamers. Alla luce delle nuove priorità dovute all'acquisizione il consiglio di amministrazione (Cda) ha cercato un diverso profilo di leadership al vertice. «Come sapete, ho presentato le mie dimissioni nell'interesse dell'azienda e dei suoi azionisti, nell'interesse della Svizzera e del suo settore finanziario», ha aggiunto.
Ermotti - che non appare presente alla riunione - assumerà la carica di Ceo subito dopo l'assemblea generale. Il Cda lo aveva nominato a sorpresa pochi giorni or sono, il 29 marzo. Era già stato numero uno di UBS per nove anni, dal settembre 2011 all'ottobre 2020 e gli era subentrato proprio Hamers.
Secondo il manager olandese - che rimarrà comunque a disposizione di UBS - l'acquisizione di Credit Suisse porta con sé grandi opportunità: verrà creata una banca con attivi in gestione per un totale di 5'000 miliardi di dollari. La posizione di UBS come principale gestore patrimoniale ne uscirà quindi rafforzata. Lo stesso vale per la gestione patrimoniale per gli investitori istituzionali (asset management), che gestirà un patrimonio combinato di 1500 miliardi. «L'acquisizione porta ancora più attivi, più clienti e quindi più responsabilità. Sono sicuro che UBS gestirà questa responsabilità con attenzione».
Hamers ha anche tracciato un bilancio del suo mandato: «Se guardo al mio arrivo nel 2020 non ho visto alcun motivo per ricostruire tutto. Non c'era bisogno di ristrutturare, ma di trasformare». Pertanto è stato avviato un processo di sviluppo per rendere l'istituto più agile e semplice. «Perché una banca deve mantenersi in forma per sopravvivere negli affari internazionali. Ed essere flessibile, perché le sfide cambiano rapidamente», ha concluso.
Il presidente di UBS Colm Kelleher, nel suo intervento, ha sottolineato come la fusione comporti «dei rischi». Tuttavia, «Non significa che ci fermeremo nei settori della digitalizzazione e della sostenibilità. Anche la prevenzione della criminalità finanziaria rimane una priorità per noi». Allo stesso tempo, per il 65enne si tratta «di un nuovo inizio per una banca combinata e per l'intera piazza finanziaria svizzera, che offre anche grandi opportunità».
Per il manager di doppia nazionalità britannica e irlandese i riacquisti di azioni proprie sono stati temporaneamente sospesi, ma si cercherà di riprenderli «il più rapidamente possibile». Pertanto, la proposta di un nuovo programma di acquisto di azioni proprie nel 2023 è stata lasciata all'ordine del giorno. «Il 2022 è stato un anno eccezionalmente difficile, segnato da tragedie e incertezze - ha dichiarato Kelleher. «La guerra in Ucraina ha causato grandi sofferenze e non se ne vede la fine. A ciò si sono aggiunte molte altre sfide, come un drastico aumento dell'inflazione, un'elevata volatilità dei mercati e una crescita generale delle tensioni geopolitiche».