È il risultato del sondaggio rappresentativo di Comparis sulle difficoltà di approvvigionamento medico.
ZURIGO - Negli ultimi anni in Svizzera non si era mai assistito a un'emergenza simile in campo medico. Vi è una carenza di medicamenti, dispositivi medici e personale. Negli ultimi sei mesi, un quarto della popolazione ha dovuto affrontare questa emergenza direttamente o indirettamente: è quanto emerge da un sondaggio rappresentativo di Comparis. Il 11% delle persone intervistate dichiara di esserne stato toccato in prima persona, mentre nell'8% dei casi la situazione ha colpito un altro membro del nucleo familiare. Inoltre, in ben il 6% dei casi sia la persona intervistata sia un altro membro della sua economia domestica non hanno ricevuto i prodotti o trattamenti necessari come di consueto.
Tra i nuclei familiari con bambini, la percentuale è significativamente più elevata: il 33% dichiara di essere stato toccato dalla problematica. Per quanto riguarda le economie domestiche senza bambini, la quota scende al 22%.
«Il fatto che siano soprattutto i bambini a soffrire di una carenza in ambito medico dimostra quanto la politica sanitaria degli ultimi dieci anni, focalizzata esclusivamente sui costi, sia stata sbagliata. I problemi non li risolviamo con pacchetti di risparmio, ma con finanziamenti orientati al successo del trattamento, frontiere aperte e una migliore collaborazione con i paesi limitrofi», critica l'esperto Comparis Felix Schneuwly.
Auspicata una maggiore produzione in Svizzera
Per aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento di medicamenti, la politica potrebbe adottare diverse misure, sette delle quali sono state presentate agli intervistati di comparis.ch. Per garantire l'approvvigionamento, tre quarti di essi ritengono opportuno produrre più farmaci in Svizzera.
I partecipanti al sondaggio auspicano anche una maggiore collaborazione internazionale e un allentamento dei criteri di omologazione. Il 65% degli intervistati è a favore di una maggiore collaborazione tra la Svizzera e altri Stati in modo che più produttori siano in grado di offrire importanti medicamenti e dispositivi medici in tutto il mondo. Il 60% è dell'opinione che la Svizzera dovrebbe permettere l'importazione di farmaci e dispositivi medici già disponibili in paesi con criteri di omologazione comparabili.
Il 54% auspica inoltre che in Svizzera venga somministrato solo il numero di compresse necessario per una determinata terapia - e non confezioni intere.
«Il sondaggio mostra che la popolazione vuole soluzioni da parte della politica e che vi è poca comprensione per lo spreco di medicamenti. Non sorprende il fatto che molti desiderino una maggiore produzione nazionale, perché è considerata la variante più sicura e indipendente», afferma Felix Schneuwly.
L'industria ritiene che una delle cause dei problemi di approvvigionamento siano i prezzi bassi. Se ad esempio fosse possibile aumentare il prezzo di determinati farmaci, le aziende sarebbero più incentivate a produrli. Questa soluzione non convince però la popolazione: secondo il sondaggio, solo il 16% degli intervistati sarebbe disposto a pagare prezzi più elevati.
«Chi è a favore di un incremento della produzione nazionale deve tenere presente che il costo dei prodotti aumenterebbe notevolmente e si continuerebbe a dipendere da materie prime provenienti dall'estero. Evidentemente la gente non vuole prezzi elevati. Se quello fissato dall'Ufficio federale della sanità pubblica è troppo basso per un produttore, quest'ultimo eviterà di produrre in Svizzera o di fornire qui il medicamento prodotto in Cina o in India. Spesso la verità sta nel mezzo», afferma Schneuwly.
L'emergenza medica non è in cima alla lista delle preoccupazioni
Nonostante l'alto livello di preoccupazione, le carenze mediche attualmente non rientrano fra le principali preoccupazioni della popolazione. Su una scala da 1 a 5, da "nessuna preoccupazione" a "forti preoccupazioni", il 40% della popolazione assegna un 4 o un 5. Si tratta di un punteggio leggermente inferiore a quello attribuito agli elevati prezzi della benzina e del petrolio (43%), ma un po' di più alto rispetto alla questione della perdita di neutralità (38%) o dei problemi di approvvigionamento energetico (37%). Secondo il sondaggio, i premi di cassa malati (62%), i costi abitativi (60%) e la previdenza per la vecchiaia (57%) preoccupano maggiormente la popolazione.
Il 46% delle persone che valutano il loro stato di salute da medio a pessimo sono decisamente più preoccupate per le carenze mediche. Tuttavia, lo stesso gruppo valuta anche molte altre problematiche in modo significativamente più negativo rispetto a chi si sente in salute.
«Come dimostra il caso di Credit Suisse, determinati temi salgono in cima alla lista delle preoccupazioni quando ormai è troppo tardi. La politica deve pertanto agire subito. E nel mondo altamente specializzato e interconnesso di oggi e di domani, gli interventi protezionistici non sono sufficienti per evitare problemi di approvvigionamento medico in Svizzera: servono frontiere aperte e una buona collaborazione internazionale», spiega Schneuwly.
Metodologia
Il sondaggio rappresentativo è stato condotto nel mese di marzo 2023 dall'istituto di ricerche di mercato Innofact, su incarico di Comparis, e ha coinvolto 1'020 persone in tutte le regioni della Svizzera.