La tragedia della Val di Sole apre alcuni interrogativi relativi al grande predatore, la parola agli esperti.
POSCHIAVO - Si è parlato e si continua a parlare parecchio della triste vicenda del jogger 26enne, aggredito e ucciso da un'orsa nell'italiana in Val di Sole (Trentino).
Il giovane, che è stato sorpreso sul sentiero, ha lottato per la sua vita ma ha finito per avere la peggio, riportando «ferite devastanti alla faccia e al torace» - scrive Repubblica - compreso un morso fatale alla gola, prima di precipitare nel vuoto.
Per capire se un caso del genere potrebbe verificarsi anche in Svizzera, la SRF ha interpellato alcuni esperti in materia. Fra questi c'è Christian Stauffer della fondazione Ecologia dei carnivori e gestione della fauna selvatica Kora: «L'incidente mi colpisce ma non mi sorprende, la popolazione di grandi predatori di quell'area è aumentata in maniera importante e con essa le segnalazioni di incidenti».
Al momento, va detto, in Svizzera non risiede una popolazione autoctona di orsi come nella vicina Italia che può invece contare su un centinaio di esemplari. Questi migrano costantemente - varcando il confine fra Italia, Austria e Grigioni - in cerca di partner per l'accoppiamento. Spesso a muoversi sono maschi in cerca di compagne.
E sarebbe femmina è anche la presunta "assassina", Gaia (o JJ4) sorella di un altro esemplare (come lei) problematico, ovvero quel Bruno (JJ1) attivo fra l'Austria e la Germania e abbattuto in Baviera nel 2006.
A differenza dell'Italia dove sono protetti, conferma Stauffer, in Svizzera gli orsi ritenuti a rischio possono venire abbattuti: «È importante che animali pericolosi possano essere trattati in maniera pragmatica», spiega. In questo senso è impossibile non citare il controverso caso dell'orso M13, ucciso nel 2013 in Valposchiavo.
Al momento una futura convivenza fra uomo e orso nei boschi grigionesi è ritenuta assai probabile, come confermato dall'Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni. L'ipotesi è che alcuni degli orsi italiani "frontalieri" si stabilizzino nei boschi svizzeri. Ma non ci sarebbe da preoccuparsi: «Gli esemplari che arrivano alle nostre latitudini sono generalmente a rischio zero», ribadisce Kora.
Al momento la situazione è comunque fortemente monitorata e nelle zone interessate sono state implementate misure anti-orso (come i cassonetti “blindati”) e un servizio d'allarme per la popolazione via SMS.