Sempre più spesso si trascorre tempo nei boschi, ma in tanti non rispettano i divieti. È il momento delle maniere forti?
AARAU - Sempre più persone cercano svago in campagna o nei boschi, lontano dalla vita quotidiana davanti agli schermi di computer e smartphone.
Qualcosa che diventa un problema quando le persone non rispettano i divieti (ad esempio di accesso in determinate aree). È di questo che si lamenta il presidente dell'associazione dei cacciatori argoviesi (Aargauer Jagd) Rainer Klöti in un'intervista odierna all'Aargauer Zeitung.
Klöti chiede che il rispetto delle regole vigenti sia controllato meglio, ad esempio con l'impiego di una polizia forestale appositamente addestrata e che possa multare.
L'esempio del sottopassaggio
Secondo il cacciatore, seppur ci siano norme sufficienti per proteggere l'ecosistema boschivo e i suoi abitanti dalle interferenze umane, la situazione non è più sostenibile. Le registrazioni delle telecamere di sorveglianza situati in punti particolarmente sensibili del bosco argoviese dimostrerebbero infatti che molte persone non rispettano i divieti.
Ad esempio, tra Brugg e Bad Schinzach esiste un sottopassaggio faunistico attraverso il quale cervi, volpi e altri animali selvatici possono passare sotto la linea ferroviaria esistente. Sono state installate delle telecamere di sorveglianza per documentare quanti e quali animali utilizzano il sottopassaggio.
Le registrazioni mostrano che sono soprattutto le persone a passare a piedi (o persino in auto) nel sottopassaggio. Secondo Bruno Schelbert, responsabile del progetto, questo è sufficiente per impedire agli animali di utilizzare il corridoio, perché sono in grado di sentire l'odore delle persone che vi passano.
L'educazione è buona, controlli e multe sono meglio
Secondo Klöti, questo è solo uno dei tanti esempi che dimostrano che sebbene regole e norme ci siano e siano teoricamente buone, nella pratica non servono a niente se non vengono fatte rispettare. Ranger e guardie forestali e guardie si muovono nel bosco, ma non hanno poteri “sanzionatori”.
Per questo, il Presidente dell'associazione ritiene necessario avere una polizia dei boschi: un piccolo gruppo di personale qualificato che pattugli la foresta in punti particolarmente critici. Per Klöti è importante che queste persone abbiano da un lato competenze di polizia, ma dall'altro anche conoscenze specialistiche in materia forestale, verificabili, ad esempio, attraverso la formazione di cacciatori o ranger.
Il discorso è già stato allargato da Klöti a diverse associazioni di protezione ambientale e ad alcuni politici, in vista di una presentazione al Parlamento cantonale.