La Società Svizzera degli Impresari-Costruttori presenta la strategia per risolvere un problema destinato ad aggravarsi in futuro.
BERNA - Carenza di appartamenti, affitti delle nuove abitazioni in costante aumento e prezzi sempre più alti per quanto attiene all’acquisto di case unifamiliari: l'attuale situazione in materia di alloggi in tutta la Svizzera preoccupa la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC). «L'aumento generale della popolazione previsto nei prossimi anni (da quasi nove milioni alla fine del 2022 a più di dieci milioni, probabilmente, nel 2040), così come i numerosi ed essenziali sforzi dei paesi per raggiungere gli obiettivi climatici e di sviluppo sostenibile (compresa la pianificazione del territorio) fanno sì che affrontare questo tema sia oramai inevitabile».
La popolazione ha oggi da un lato un'aspettativa di vita sempre più alta - e occupa quindi la propria casa per più tempo - e ha inoltre delle aspettative individuali più elevate in termini di spazio abitativo. Secondo la SSIC un primo passo importante per trovare una soluzione sarà la tavola rotonda sulla penuria di alloggi organizzata da Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale dell'economia, che si terrà a Palazzo federale il 12 maggio 2023.
Penuria di alloggi
Un incontro accolto con soddisfazione dalla SSIC, che però non crede che la soluzione al problema passi per l'intervento dello Stato (con ad esempio tetto massimo degli affitti o del rendimento degli immobili, altre regolamentazioni in materia di locazione, promozione degli alloggi di utilità pubblica e di abitazioni a prezzi convenienti), ma è piuttosto da trovare nella creazione di condizioni quadro di mercato che facilitino e semplifichino la costruzione di edifici.
Come sottolinea Bernhard Salzmann, direttore della SSIC: «La politica deve stabilire le condizioni necessarie, ossia delle procedure di autorizzazione veloci, più semplici e meno restrittive, il rispetto dei termini amministrativi, l’applicazione ragionevole dell'ordinanza contro l’inquinamento fonico (OIF), l’invalidazione dell’elemento di potere «opposizione», un massimo del 10% di edifici da tutelare, il criterio della densificazione da considerare di pari importanza rispetto a quello della tutela dei siti edificati o del patrimonio nella ponderazione degli interessi e più incentivi che divieti per rendere i progetti edilizi nuovamente attrattivi per gli investitori».
La densificazione come modello vincente
«Costruire verso l'alto anziché verso l’esterno, densificando per poter accogliere più persone nel medesimo perimetro». Questo è ciò che la SSIC chiama l'approccio 1-2-3-0: «demolire una vecchia abitazione per crearne due nuove, ognuna delle quali offre il triplo di unità abitative e richiede zero metri quadrati di terreno aggiuntivo» spiega Bernhard Salzmann. Ciò è possibile grazie all'aumento delle dimensioni dell'edificio, all’attuale concetto dell’abitazione e all'ottimizzazione della tecnica e dei materiali di coibentazione. I nuovi edifici sostitutivi contribuiscono inoltre attivamente al raggiungimento degli obiettivi climatici entro il 2050.
Il sostegno della politica
Un cambio di prospettiva impossibile senza il sostegno della politica, indispensabile per aumentare l'indice di sfruttamento e rimuovere i vari ostacoli alla densificazione presenti nei piani direttori cantonali e nei piani di utilizzazione comunali. «Tra questi vi sono un fattore di ombreggiamento troppo importante e le prescrizioni in tema di dezonamento che in città non consentono di convertire le superfici adibite a ufficio in abitazioni».