In un sondaggio, il 59% dei medici assistenti e capoclinica intervistati ha constatato situazioni di rischio per i pazienti
BERNA - I medici assistenti e i capoclinica svizzeri sono sempre più «stanchi, deboli ed esausti». Motivo principale? Quello dell'orario lavorativo che, nel caso di occupazione al 100%, mediamente raggiunge e supera le 56 ore settimanali. L'allarme è lanciato oggi dall'Associazione svizzera dei medici assistenti e capoclinica (asmac) che, nel 2023, ha incaricato DemoSCOPE di svolgere un dosaggio riferito all'anno 2022 e a cui hanno partecipato oltre 3,200 medici assistenti e capoclinica.
Ne emerge che il 68% del campione lavora più di quanto previsto dal contratto, dato in peggioramento rispetto al 2019 (62%).
«Medici sempre più sotto pressione» - Ciò che desta maggiore preoccupazione è il livello di stress percepito dal personale sanitario che, nel caso di una persona su due (52%), si traduce in un "non ce la faccio più". Anche questo elemento è peggiore di quello registrato nel 2019 (39%).
«Ciò dimostra che i giovani medici sono sempre più sotto pressione - spiega Angelo Barrile, presidente dell’asmac e consigliere nazionale del PS - Gli ospedali devono assolutamente migliorare le condizioni di lavoro per fare in modo che questi professionisti, altamente motivati e ottimamente qualificati, continuino a esercitare la professione medica».
Il rischio per i pazienti - Dunque può ravvisarsi una situazione di pericolo per i pazienti, data l'eccessiva stanchezza dei medici? Ebbene, il 59% degli intervistati ha constatato situazioni di questo tipo almeno una volta negli ultimi due anni.
Per porre riparo a una situazione che si fa sempre più critica, l'asmac fa sapere di aver organizzato per il 9 giugno una tavola rotonda alla quale parteciperanno l’UFSP, l’Associazione degli ospedali svizzeri H+, i Cantoni (CDS), l’ISFM e la FMH con l' obiettivo di «individuare sistemi che consentano di migliorare le condizioni di lavoro dei medici assistenti e capoclinica».
Infine una piccola nota positiva, dal sondaggio si evince infatti anche uno sviluppo virtuoso: «Il numero di ore di lavoro straordinario accumulato si è ridotto da 137 a circa 134 e la norma che impedisce di lavorare più di sette giorni consecutivi viene violata con minore frequenza». Il tutto forse riconducibile alla quota in crescita dei lavoratori part-time, che si attesta nel 2022 al 33% (27% del 2019).