La decisione dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (azzerare le obbligazioni AT1) ha provocato 230 ricorsi
SAN GALLO - Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha annunciato questa sera (martedì) il ritiro di un ricorso di Credit Suisse Group contro una decisione della FINMA che gli aveva ordinato di azzerare le obbligazioni AT1. La decisione ha provocato 230 ricorsi tuttora pendenti davanti al TAF.
Lo scorso 19 marzo - nel giorno dell'annuncio dell'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS - l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha deciso l'azzeramento di tutti gli strumenti AT1 e l'immediata notifica ai creditori interessati che tali obbligazioni non avevano più alcun valore.
La FINMA e il Credit Suisse non erano d'accordo sulla portata dell'annullamento. La banca riteneva che la cancellazione non si applicasse ai cosiddetti Contingent Capital Awards, che non sono stati emessi dal Credit Suisse Group ma sono stati assegnati da altre società del gruppo ai suoi dipendenti come remunerazione. La FINMA ha contestato questa interpretazione in un chiarimento pubblicato il 22 marzo.
Procedimento archiviato
Il TAF aveva imposto l'inoltro di un ricorso contro la sentenza della FINMA, come condizione per concedere una protezione giuridica a titolo precauzionale. Il 9 maggio Credit Suisse Group ha tuttavia informato il tribunale che non avrebbe presentato il ricorso.
Il procedimento precedentemente avviato è quindi venuto a cadere ed è stato stralciato. L'archiviazione può ancora essere impugnata presso il Tribunale federale.
Confermando una notizia della Reuters, un portavoce del TAF ha confermato oggi all'agenzia di notizie finanziarie AWP di aver ricevuto finora 230 ricorsi a nome di circa 2500 persone che detenevano obbligazioni AT1 del Credit Suisse ormai prive di valore. I procedimenti sono ancora in corso e il TAF non è in grado di indicare la data della sentenza.