«Da alcune settimane il vento è cambiato e la tensione sembra essersi un po' allentata», afferma il portavoce di Migros Marcel Schlatter.
ZURIGO - I grandi distributori svizzeri sono tornati ad abbassare i prezzi di alcuni prodotti alimentari, ma è troppo presto per lanciare il cessato allarme sul fronte dei rincari. È quanto emerge da un'indagine pubblicata oggi dal Blick. Intanto un'analisi dettagliata della Neue Zürcher Zeitung (NZZ) sull'andamento dei prezzi di Coop mostra che sono le linee a buon mercato ad aver subito gli aumenti maggiori.
«Da alcune settimane il vento è cambiato e la tensione sembra essersi un po' allentata», afferma il portavoce di Migros Marcel Schlatter, citato dal Blick. Dall'inizio dell'anno comunque i ritocchi verso l'alto superano quelli verso il basso e lo stesso vale per la filiale Denner. «Continuiamo a negoziare con tenacia con i nostri fornitori», fa sapere un addetto stampa. Tre esempi di ribassi: Toffifee a 2 franchi (-20 centesimi), Emmi Caffè Latte a 2,10 (-5), a Spätzli 2 franchi (-50 centesimi).
Coop sta attirando l'attenzione con pubblicità su larga scala: «Abbiamo abbassato i prezzi di oltre 200 articoli di marca», viene detto. Interpellata dal Blick, l'azienda Lidl parla a sua volta di 150 ribassi e non manca di far presente il fatto che i prezzi sono già più contenuti che presso la concorrenza: l'impresa non ha «una distribuzione inefficiente e un marketing costoso», dice un addetto alla comunicazione. Il gruppo deve peraltro sempre fare i conti con gli oneri elevati delle materie prime e dell'energia: «singoli prodotti possono diventare più costosi».
Sulla stessa linea è anche Aldi, che aggiunge: «dove vi è un abbassamento degli oneri, lo trasferiamo naturalmente ai nostri clienti». L'incertezza nel settore è causata anche dai fattori di costo del trasporto e dell'imballaggio: di conseguenza gli alimenti non diventeranno più economici in generale nei prossimi mesi. Ma secondo il Blick la concorrenza tra i grandi distributori continuerà a portare a riduzioni di prezzo selettive: se uno fa da apripista, gli altri lo seguono.
In attesa dei dati sull'inflazione di maggio si analizzano quelli di aprile: in base al paniere dell'Ufficio federale di statistica (UST) i prezzi dei prodotti alimentari sono saliti del 5,4% su base annua, più del doppio del rincaro generale, che si è attestato al 2,6%.
La Neue Zürcher Zeitung ha però effettuato un'analisi più dettagliata, tenendo conto dei prezzi di 2700 articoli di Coop fra seconda settimana del corrente mese di maggio e lo stesso periodo del 2022. Complessivamente l'operatore ha aumentato il costo per il consumatore del 53% dei prodotti alimentari, mentre ribassi sono stati registrati solo nel 4% dei casi, tra cui un numero elevato di varietà di verdura e frutta; il rimanente 43% degli articoli non ha subito cambiamenti di prezzo.
Gli aumenti più marcati, secondo la NZZ, sono stati osservati nei segmenti Qualité & Prix e Prix Garantie: un quarto di questi articoli ha visto ritocchi verso l'alto di almeno il 20%. A titolo d'esempio spiccano i dati della passata di pomodoro (+64%), della senape (+62%), della maionese (+50%), dell'olio d'oliva (+49%) e dello zucchero (+44%).
In generale gli aumenti e le diminuzioni di prezzo sono più estremi nel segmento in questione rispetto alla media e soprattutto nel confronto gli articoli più cari. Secondo la testata zurighese le differenze possono essere in parte spiegate con il fatto che per esempio gli alimenti bio erano già costosi presso Coop e Migros prima dei recenti aumenti di prezzo. Inoltre i margini sono più stretti per i prodotti discount: è quindi più probabile che l'aumento dei costi energetici e di trasporto venga trasferito ai clienti.