Malgrado il sì di domenica gli attivisti di Renovate Switzerland restano sul piede di guerra, ci spiegano il perché
ZURIGO/LUGANO - «Ho 35 anni e ho lasciato il mio lavoro per dedicarmi a tempo pieno alla disobbedienza civile», si presenta così su Twitter Marie (35 anni) una delle attiviste (e degli attivisti) di Renovate Switzerland che ieri mattina si sono incollati al cemento di una delle arterie nevralgiche del traffico zurighese, «lo faccio per il nostro futuro, e anche quello della mia famiglia, così non si può più andare avanti bisogna dichiarare lo stato di emergenza climatica».
«Sapevo che sarebbe successo», commenta sempre via Twitter Carina che questa mattina è stata arrestata per la prima volta nella sua vita. Sono quattro le persone, fra i 24 e i 35 anni che sono finite in manette.
Una presa di posizione forte, quello del gruppo attivista ambientalista che arriva - anche abbastanza a sorpresa - a ridosso di un voto, sulla carta, positivo per la causa e per il quale Renovate si era anche mobilitato in maniera importante. L'esito delle urne, confermano però i manifestanti non è abbastanza: «È solo un punto di partenza», incalza l'account social ufficiale.
Una eco delle mobilitazioni zurighesi arriva anche dal Ticino: «Il sì alla Legge sul clima è stato il primo e più facile dei nostri doveri cittadini, ma non è sufficiente» spiega a tio.ch/20 Minuti Francesca Considine di Renovate, commentando le azioni dei suoi "colleghi" d'Oltralpe.
«Le nostre azioni non cesseranno finché il governo non dichiarerà lo stato di emergenza climatica e non avvierà come prima misura di sicurezza un piano di risanamento termico di tutte le abitazioni del Paese entro il 2030».
Sono questi, infatti, i due punti principali (e unici) del manifesto di Renovate che nell'ambito della protesta climatica si distingue per un “piano di battagli”" estremamente pragmatico e diretto, con il mirino puntato sull'efficienza energetica.
Francesca si dice comunque «rassicurata» dai risultati delle urne: «Considero positivo il risultato della votazione perché finalmente gli obiettivi riguardanti le emissioni sono vincolati dalla legge. È un qualcosa di cruciale».
Come detto, la campagna non è però affatto finita: «La vittoria scaturita ieri dalle urne è un primo passo. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche per assicurarci che il governo mantenga le sue promesse e garantisca la nostra sicurezza. Sta anche a noi cittadini esigere che questo accada».