Il progetto per ricostruire il ristorante del comprensorio sciistico, andato distrutto nel settembre scorso, è stato presentato oggi.
LOSANNA - La ricostruzione del ristorante sul Glacier 3000, nel comprensorio sciistico di Les Diablerets (VD), distrutto da un incendio nel settembre scorso, è stata lanciata oggi. Il noto architetto ticinese Mario Botta è di nuovo dietro al progetto.
«Abbiamo quasi terminato la fase di demolizione. Dalla prossima settimana avvieremo la ricostruzione», ha indicato Bernhard Tschannen, direttore di Glacier 3000, in un incontro con la stampa.
La costruzione grezza dovrebbe essere ultimata a fine ottobre. I sei mesi successivi consentiranno la rifinitura degli interni, mentre la riapertura è prevista nella prossima primavera.
Il nuovo edificio è stato immaginato da Mario Botta, che aveva già contribuito al progetto iniziale nel 2000 prima di ritirarsi a causa di disaccordi con i promotori dell'epoca. «Desideravo rinnovare l'aspetto della costruzione dandole un carattere ancor più solido e resistente», ha rivelato il ticinese.
Nella sua veste di architetto, «la sfida è di trasmettere un'emozione ai clienti: devono sentire che si trovano tra cielo e terra, che vivono qualcosa di unico», ha aggiunto l'80enne.
Basta il self-service
Se l'aspetto esterno dell'edificio sarà quasi identico, per motivi legati ai permessi di costruzione, l'interno è stato ripensato. Sono state aggiunte in particolare nuove finestre panoramiche negli angoli. I lavori consentiranno un aumento della superficie di 35 m2 per piano. I ristoranti offriranno un totale di 400 posti a sedere su due piani. Sul tetto verrà creata una terrazza panoramica di 250 m2. Tra le altre novità, le ordinazioni avverranno tramite un QR code e i piatti saranno serviti al tavolo. «Il self-service in scarponi da sci, appartiene al passato», ha affermato Bernhard Tschannen.
Nebulizzatori antincendio
In materia energetica, 600 pannelli solari saranno aggiunti sulla facciata e la tettoia, così da rendere l'edificio praticamente autonomo. Il calore sprigionato dalla ventilazione delle cucine e dal funzionamento delle celle frigorifere verrà recuperato per produrre acqua calda.
L'isolamento della struttura è pure stato rivisto per limitare la dispersione di calore «un aspetto molto importante a 3000 m di altezza», ha osservato Bernhard Tschannen.
La sicurezza è stata migliorata. In particolare è stato installato un nuovo sistema antincendio con l'aiuto di nebulizzatori.
Inchiesta in corso - Le direttore di Glacier 3000 ha ancora sottolineato la natura «molto speciale» del cantiere. I materiali saranno trasportati tramite teleferica. Dovrà essere intrapreso un importante lavoro per la messa in sicurezza dal vento, dal gelo e dalla neve, senza parlare delle difficoltà dovute alla mancanza di ossigeno a 3000 m. Per la cronaca, l'incendio era scoppiato nella notte tra il 18 e il 19 settembre. Nessuno si trovava nell'edificio in quel momento. Se la teleferica è rimasta intatta, il ristorante e il self-service erano andati completamente distrutti. Un'inchiesta è tuttora in corso per determinare le cause esatte del sinistro. Qualsiasi atto criminale è già stato scartato e gli inquirenti si orientano piuttosto verso un problema tecnico.