Faranno parte delle sette nuove alleanze internazionali che beneficeranno dei fondi della Commissione europea
BRUXELLES - Anche cinque istituti svizzeri fanno parte delle sette nuove alleanze internazionali a cui la Commissione europea ha concesso fondi per stimolare la cooperazione nell'istruzione superiore sotto il bando Erasmus+ 2023. Lo ha comunicato oggi Bruxelles.
Si tratta dei Politecnici federali di Zurigo e Losanna, dell'Università di Berna, della Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale e dell'Alta scuola di scienze applicate di Zurigo.
Nel 2022 era invece già stata annunciata la partecipazione delle università di Basilea, Ginevra, Losanna e Zurigo. Ora sono quindi in nove a essere associate a tale iniziativa, indica in un comunicato di Movetia, l'agenzia nazionale per la promozione degli scambi e della mobilità all'interno del sistema educativo. Ciò corrisponde al 40% di tutte le università e scuole universitarie professionali della Svizzera.
Fuori dai finanziamenti
È fondamentale che gli istituti di istruzione superiore svizzeri facciano rete e contribuiscano a definire la politica europea in materia, prosegue Movetia. «Queste alleanze avranno un effetto significativo sulla qualità e sulla forza innovativa», ha dichiarato a Keystone-ATS il suo direttore Olivier Tschopp. Stando all'agenzia però, tale partecipazione non può sostituire l'associazione ai programmi di finanziamento dell'Ue, dai quali le alte scuole elvetiche sono attualmente estromesse.
In ragione di ciò, chi vuole partecipare a un'alleanza deve finanziarsi da solo il 40% dei fondi necessari, mentre la Confederazione copre il restante 60%. L'anno scorso Berna ha avuto a disposizione sei milioni di franchi a tal scopo, ma non è ancora chiaro a quanto ammonterà questa volta il contributo.
50 alleanze
Stando a quanto afferma la Commissione europea, ognuna delle sette alleanze riceverà un budget fino a 14,4 milioni di euro in quattro anni. Il numero totale delle alleanze sale a 50: esse riuniscono più di 430 istituti di 35 Paesi.
Con questa iniziativa, l'Ue mira a rafforzare la qualità del suo spazio educativo. Gli studenti possono ottenere una laurea combinando studi in diverse nazioni, lingue e discipline, ma l'obiettivo è anche quello di promuovere la mobilità di ricercatori e professori.