Lo scrittore e filosofo bernese aveva 79 anni.
BERNA - Morto lo scrittore e filosofo bernese Peter Bieri. Ne dà notizia oggi la sua casa editrice Hanser Verlag. Bieri, che era noto con lo pseudonimo di Pascal Mercier, aveva 79 anni. Il decesso risale allo scorso 27 giugno.
Fra i suoi maggiori successi si citano "Treno di notte per Lisbona" (2004) e la sua ultima opera "Il peso delle parole", pubblicata nel 2020.
«Perdiamo un grande pensatore e romanziere», ha dichiarato il suo editore Jo Lendle in una nota odierna.
Nato a Berna il 23 giugno 1944, Bieri ha studiato filosofia, filologia classica, indologia e anglistica a Londra e Heidelberg. Ha conseguito l'abilitazione a Heidelberg, in Germania, nel 1981, dove nel 1971 ha ottenuto il dottorato.
Filosofia e romanzi
Dopo aver svolto attività di ricerca e insegnamento a Berkeley, Harvard, Bielefeld e Marburg, Bieri è stato nominato nel 1993 alla Libera Università di Berlino. Le sue aree di competenza comprendono l'epistemologia e la filosofia morale. Un problema centrale della filosofia della mente, da lui elaborato, porta il suo nome: "Trilemma di Bieri".
Fino al suo pensionamento anticipato nel 2007, ha ricoperto una cattedra presso la Libera Università di Berlino. Nel 2010 ha ricevuto una laurea honoris causa dall'Università di Lucerna.
Bieri ha inventato lo pseudonimo Pascal Mercier per il romanzo "Perlmanns Schweigen" (1995) ma il mistero dietro al suo nome era già stato risolto con la pubblicazione del suo secondo libro, "Der Klavierstimmer" (1998).
Successo internazionale
Nel 2013 arriva l'adattamento cinematografico del suo romanzo "Treno di notte per Lisbona". Il romanzo narra di un modesto insegnante di liceo bernese che, spinto da due coincidenze, si reca in Portogallo per rintracciare un medico e poeta il cui mondo di idee lo attrae magicamente.
Il libro è stato celebrato in modo frenetico, vendendo milioni di copie ed è stato tradotto in più di 40 lingue. «Uno dei migliori libri che abbia letto da molto tempo a questa parte», era stata la reazione ad esempio di Isabel Allende. Il film, diretto da Billie August e interpretato da Jeremy Irons, ha attirato solo in Svizzera e in Germania, centinaia di migliaia di spettatori.
Nello stesso anno, con il nome di Peter Bieri, pubblicò "Eine Art zu leben. Über die Vielfalt menschlicher Würde" (Un modo di vivere. Sulla diversità della dignità umana). Nel 2014 ha ricevuto il premio Tractaus per i saggi del Philosophicum Lech (Austria). In precedenza aveva ricevuto il Premio Grinzane Cavour (2007 per "Treno di notte per Lisbona") e il Premio Marie Luise Kaschnitz nel 2006.
Le piccole cose sono «chiavi che aprono i corridoi dell'immaginazione, e la felicità si trova in questi corridoi», ha detto Bieri nel suo discorso di premiazione. I risvegli, o meglio le esperienze di risveglio, si sono rivelati l'argomento preferito dell'autore. Spesso sono uomini bianchi e anziani quelli che Bieri mette al centro dei suoi romanzi, come l'insegnante di grammatica Raimond Gregorius in "Treno di notte per Lisbona" o il traduttore di testi letterari Simon Leyland ne "Il peso delle parole".
Il romanzo affronta la questione di come si possa continuare a vivere quando si ha già un piede nella tomba. Anche "Il peso delle parole" è diventato un bestseller. Bieri ha dimostrato «come i pensieri e le storie si ispirino a vicenda», dice il suo editore. «Il filosofo ha imparato dal narratore e, viceversa, i suoi romanzi danno vita alle grandi domande dell'umanità», scrive Jo Lendle.