Jasmy e la sorella Rushana hanno conversato con una loro ex docente, ringraziando di cuore tutti per la raccolta fondi
REINACH/NEGOMBO - «Ci manca la Svizzera, in particolare i compagni e il personale della scuola».
Da Negombo, città nel nord dello Sri Lanka, parla ora l'11enne Jasmy, una delle due ragazze che da un giorno all'altro ha dovuto lasciare il canton Argovia per tornare nel Paese d'origine. Insieme alla sorella 14enne Rushana, sono entrate in contatto con la loro ex docente, Maya Godarzi. Il quotidiano Aargauer Zeitung ha reso noto alcune parti della conversazione.
Dalle loro parole emergono già nostalgia e disillusione. Jasmy voleva fare l'insegnante, Rushana il medico. In Sri Lanka, però, tutto è diverso. A partire dalla lingua, la quale le due giovanissime hanno difficoltà a usare. «Hanno imparato un tedesco perfetto in due anni e mezzo. Sono sicuro che se la caveranno non appena inizieranno ad andare a scuola» è però convinto il Direttore della scuola di Reinach che frequentavano le due ragazze, Hanspeter Draeyer.
Al momento, sono ancora dalla zia, e non hanno conosciuto molte persone. «Non è facile fare amicizie. Qui parlano tutti cingalese», ha aggiunto, raccontando anche dell'esperienza dell'espulsione, quando degli agenti di polizia le hanno prelevate mentre andavano a scuole. «Ci hanno detto che non potevamo più abitare in questo Paese». Le giovani hanno potuto prendere velocemente le loro cose nella stanza del Centro asilanti dove abitavano, e alla sera erano già in aereo con la madre.
Parlando della raccolta fondi iniziata da docenti, ex compagni e genitori per permettere loro di iniziare un corso di inglese, Jasmy e Rushana si emozionano. «Siamo piene di gratitudine». Per evitare di mettere in pericolo la famiglia versando loro il denaro, il contributo verrà versato direttamente alla scuola. L'augurio di amici e conoscenti è che riescano ad ambientarsi il più presto possibile, raggiungendo i loro obbiettivi di vita e carriera.