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SVIZZERACanone a 200 franchi: il voto è lontano, ma il clima è già rovente

06.07.23 - 19:31
Consegnate le firme inizia il lungo percorso che ci porterà (forse) alle urne. Ma secondo molti questa volta non sarà come con no-Billag
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Canone a 200 franchi: il voto è lontano, ma il clima è già rovente
Consegnate le firme inizia il lungo percorso che ci porterà (forse) alle urne. Ma secondo molti questa volta non sarà come con no-Billag

ZURIGO - Firme raccolte e consegnate da poco, ancora nessun passaggio in Parlamento in vista e una chiamata alle urne verosimilmente ancora molto lontana. Malgrado tutto ciò l'iniziativa per un canone della Serafe da 200 franchi sta già scaldando gli animi. E non solo all'interno dei corridoi della radiotelevisione pubblica.

Andando con ordine, l'iniziativa popolare “200 franchi bastano!” lanciata da un comitato multipartitico e laico (con esponenti di Udc e Giovani liberi pensatori in prima fila) chiede di ridurre in maniera importante l'attuale canone radiotelevisivo (a 200 franchi, appunto) e di esentare le imprese dall'obolo. Si tratta, è probabile che ve lo ricordiate, di un secondo tentativo di “mettere mano” al canone radio-tv dopo l'iniziativa no-Billag che la popolazione svizzera aveva bocciato in maniera netta (71% dei contrari) nel 2018. E, a quei tempi, il canone era anche più caro di adesso (era di 451 franchi).

Non sarà (di nuovo) un plebiscito
La sensazione diffusa fra gli addetti ai lavori, è che questa volta non sarà così facile: «Non importa con chi si parli, quasi nessuno pensa che l'iniziativa non abbia alcuna possibilità di farcela», scrive il TagesAnzeiger che si è chinato sull'argomento nell'edizione di giovedì.

I motivi sono diversi, da una parte il peso del rincaro e della congiuntura sulle famiglie, dall'altro uno scenario audiovisuale completamente diverso con una preponderanza di social network e servizi streaming. In questo panorama la televisione e la radio diventano parte di un mosaico e non più in veste di attori centrali e primari.

Anche per quanto riguarda l'informazione, gran parte della popolazione si rivolge all'online. Stando al Digital News Report di Reuters, per quanto riguarda l'informazione i giovani mettono davanti a tutto YouTube, Instagram e Twitter.

Un cambiamento di fruizione che non è sfuggito a SRG-SSR che ha lanciato diversi format sui social per tentare proprio di raggiungere i più giovani (e lo ha fatto, con successo, anche in Ticino). Parte del dibattito politico (e non solo) riguarda il fatto che non è chiaro se un'azienda di servizio pubblico possa e debba utilizzare questo tipo di canali - app e social di aziende comunque private - per diffondere informazioni e contenuti.

«È il primo passo per smantellare il servizio pubblico»
Per i contrari, che stanno già lavorando riuniti in un'associazione ad hoc chiamata Alleanza diversità mediatica, l'iniziativa è una vecchia minaccia mascherata da un qualcosa di nuovo e diverso: «È evidente che si tratta del primo di due attacchi volti a distruggere il servizi pubblico», commenta al quotidiano zurighese l'analista e direttore dell'Alleanza Mark Balsiger, «dopo il primo sì, che depotenzierà così tanto la radiotelevisione da renderla totalmente appetibile, i libertari ritorneranno alla carica chiedendo l'abolizione completa del canone».

Per Balsiger un altro argomento da impugnare contro quella che loro già chiamano “no-Billag 2” è quello della qualità dell'informazione: «Avere una società ben informata dovrebbe valere la spesa». Vero è che oggigiorno - lo confermano sondaggi e dati - è sempre più evidente come solo una minoranza della popolazione sia effettivamente disposta a pagare per essere informata.

Una realtà dei fatti, questa, che fa forti gli iniziativisti secondo i quali la borsa, soprattutto per le giovani famiglie, sarebbe sempre più stretta. In quest'ottica si giustificherebbe il canone ridotto di 200 franchi che dovrebbe garantire un servizio di base d'informazione, «poi dev'esserci la libertà di decidere se guardare un telefilm sulla SSR oppure una serie su Netflix o abbonarsi a un portale di notizie online», spiegano.

In politica un fronte frastagliato
A rendere questo calderone ancora più ribollente ci si mette la politica, mai così divisa. Se nel 2018 i fronti erano netti, oggi lo scenario è assai meno chiaro. Per no-Billag gli schierati apertamente favore erano solo alcuni esponenti UDC, i possibilisti per l'iniziativa dei 200 franchi potrebbero invece essere di più.

I liberali sono spaccati (alcuni di loro sono anche nel comitato proponente) e anche alcuni esponenti di spicco del PS non hanno nascosto le proprie critiche alla gestione del Servizio pubblico. Cambio di fronte, invece, per diversi esponenti Udc che - questa volta - sono fortemente contrari all'iniziativa.

Proprio in casa democentrista è senz'altro interlocutoria la posizione del consigliere federale Albert Rösti: formalmente parte del comitato d'iniziativa da prima dell'elezione, sarà proprio il suo Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia (Datec) a prendere in mano “la patata bollente”. Quando, e se, sarà il caso.

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COMMENTI
 

RV50 1 anno fa su tio
Per me 200 fr. possono anche bastare, io sono pensionato e spesso guardo la RSI ma quando vedi Zero Vero che non mi dispiace come programma ,ma poi me lo ritrovo il giorno dopo come replica non che sia una grande scelta e come Zero Vero altre trasmissioni vengono ripetute regolarmente nei giorni seguenti ; in poche parole anche 200 fr potrebbero essere troppi .... se poi devi anche pensare che se vuoi avere una scelta più larga devi ancora pagare o [url rimossa] o sunrais guardate poi voi !!!!!

Geppe 1 anno fa su tio
L'UDC, farebbe meglio una volta tanto dedicare il propio tempo per una campagna che ne Valga la pena. Per esempio dovrebbe fare una proposta concreta per far sì che la cassa malati costi veramente meno, e non attaccarsi a un canone TV per risparmiare 10 fr al mese. Faccia una proposta in cui la LAMAL costi 100 / 150 fr. in meno al mese; allora sì che per il cittadino cambierebbe qualcosa. Ma è più facile sparare sul canone TV e le elezioni nazionali sono vicine

burningsimon 1 anno fa su tio
Sono combattuto… ho alcuni amici che lavorano alla RSI e so che si fanno il c**o ma resta il fatto innegabile che il risultato è scarsissimo… non so quando è stata l’intimo volta che ho guardato la pietosa RSI

burningsimon 1 anno fa su tio
Risposta a burningsimon
E stendiamo un velo pietoso sulla radio…

87 1 anno fa su tio
Perché il canone radiotelevisivo viene riscosso tramite un'azienda privata e non tramite Imposta Federale Diretta? Si risparmierebbero importanti costi logistici e finanziamenti ai manager

pegis 1 anno fa su tio
Anche 200 Franchi sono soldi rubati. Una TV che fa schifo, le solite trasmissioni di M. dal mattino a sera. 3-4 mangiapaneatradimento in torno a un tavolo, cartoni animati e il cane peo. Più schifo di così non si può. La RSI dovrebbe fallire.

TW 1 anno fa su tio
Giusto tagliare gli organi d'informazione. Così il popolino ignorante potrà meglio essere manipolato dalle lobby e dai potenti di turno.

M0920 1 anno fa su tio
speriamo si la volta buona che passa il canone a fr 200.-

Gentlemen 1 anno fa su tio
La RSI per quel che ci propina non è un servizio pubblico ma è un protettorato rosso verde. Per quel che concerne l'intrattenimento ci sono delle trasmissioni valide che ci allietano la giornata, fatta eccezione per il dopo telegiornale di cui è meglio non parlare. Per quel che concerne l'informazione (di parte) è meglio abolirla del tutto. Si ha comunque l'impressione che per avere un impiego alla RSI si deve avere la raccomandazione tanto che ci sono interne famiglie, per non dire generazioni, che sedimentano senza costrutto in quella sede. E poi, i corrispondenti dall'estero. Dagli USA sono 2, Herber e Vosti, quest'ultimo visceralmente sempre contro i Repubblicani. Ma è proprio necessario averne 2?. Per la redazione sportiva la stessa cosa, drappelli di telecronisti, radiocronisti, opinionisti nello stile Bel Paese. Ma è proprio necessario che per una partita ci sia la radiocronaca e la telecronaca. Con l'evoluzione della tecnologia non ci potrebbe essere una sola redazione sportiva? Canone a 200 fr. !!!! (che sono già troppi).

Princi 1 anno fa su tio
purtroppo gli svizzeri sono( ma so chis ti )se non dobbiamo pagare il triplo del resto europa non siamo contenti (povera svizzera )

Panda 1 anno fa su tio
I promotori del Ticino: UDC: Alain Bühler, la cara mamma lavare tutt’oggi alla alla RSI e La Lega: il papà lavorava alla RSI Parlano proprio lo che sputano sul piatto dove hanno mangiato per anni Complimenti

Gus 1 anno fa su tio
Certo il Ticino ha tutto da perdere, ma l'unidirezionalita della assunzioni (se non sei rosso-verde o leghista o appartenente alle grandi famiglie o soprattutto italiano o ex-italiano, nella RSI raramente entri) non può più essere accettata.

Sciguetto 1 anno fa su tio
Se $inistrati e Verdi anguria vogliono continuare ad avere una radiotelevisione di partito che se la paghino di tasca loro.

Brissago 1 anno fa su tio
Sperem sia la volta buona !
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