Lo afferma Manfred Paulus, detective che per 30 anni ha indagato sulle mafie a luci rosse
ZURIGO - In un recente rapporto del Parlamento europeo si legge che «la classificazione della prostituzione come "lavoro sessuale" legale aumenta il numero di donne e ragazze abusate». L'agenzia di polizia europea Europol in un documento sottolinea come in quei Paesi dove la prostituzione è legale - come in Svizzera - sia più facile per i trafficanti sfruttare le loro vittime: il 92% di loro sono donne e ragazze, soprattutto provenienti da Paesi poveri, per lo più non istruite e senza un soldo, attratte con false promesse «usando metodi da dongiovanni o coercizione diretta».
Il libro di una professoressa tedesca di etica e di un ex giudice costituzionale: la verità dietro il mondo della prostituzione - È il domenicale "SonntagsZeitung" a riportare alla luce delle cronache la questione che da sempre contrappone due differenti scuole di pensiero (anche politico) al riguardo: prostituzione legale sì o no? E l'occasione è data da un libro uscito recentemente, "Sexkauf - eine rechtliche und rechtsethische Untersuchung der Prostitution" (Comprare sesso - un esame legale ed etico-giuridico della prostituzione) della professoressa tedesca di etica Elke Mack e dell'ex giudice costituzionale Ulrich Rommelfanger.
Il detective per 30 anni sulle tracce delle mafie a luci rosse: «La prostituzione legale avvantaggia la criminalità» - Nel libro si trova anche la testimonianza di Manfred Paulus, un detective tedesco che per 30 anni ha indagato sulla criminalità organizzata a luci rosse: «La legalizzazione avvantaggia gli autori dei reati e lascia le vittime nei guai - afferma - e chi non vede o non vuole vedere il legame tra mondo a luci rosse e la criminalità organizzata è molto ingenuo. È la porta d'accesso a una società parallela con i propri valori, le proprie linee guida, le proprie regole e leggi».
Il mercato dei servizi sessuali e il reclutamento nei Paesi poveri - Negli Stati dove la prostituzione è legale aumenta la richiesta: così a garantire la completa copertura del mercato dei servizi sessuali - che non possono assicurare le "lavoratrici" locali - ci pensano le mafie, reclutando giovani donne nei Paesi dove regna la povertà e inserendole con raggiri o con la forza nel business del loro commercio sessuale, definito dal detective Paulus non tanto più prostituzione ma «vera e propria schiavitù sessuale».
Negli stessi ambienti di polizia - scrivono nel loro libro Mack e Rommelschlager - la prostituzione (ammorbidita dal termine politicamente corretto "lavoro sessuale") è considerata «altamente discriminatoria» anche se è ufficialmente legale.
I pericoli di salute, il ginecologo: «Nessun'altra attività ha uno spettro di danni al corpo umano altrettanto estremo» - Per non parlare dei drammatici aspetti dei pericoli di salute cui vanno incontro le donne che si prostituiscono e che neanche la più arguta operazione di lifting professionale, tesa a ricondurla a una professione come tante, riuscirebbe a nascondere: basta sentire cosa afferma nel libro un ginecologo interpellato dai due autori.
«Nessun'altra attività ha uno spettro di danni al corpo umano altrettanto estremo» afferma. Aggiungendo che «le donne muoiono prima perché non c'è area fisica che non sia danneggiata dalla prostituzione. Soffrono di lesioni croniche, come dolori al basso ventre, traumi meccanici, denti spaccati, articolazioni mascellari rotte a causa di sesso orale forzato o flora intestinale distrutta da clisteri troppo frequenti prima del sesso anale. Due terzi di essi soffrono di disturbi da stress post-traumatico, spesso irreversibili, come quelli riscontrati nelle vittime di tortura».
«Una sola soluzione: il modello svedese» - Per gli autori del libro c'è una sola soluzione: il modello svedese, che «vieta l'acquisto ma non l'offerta di sesso, come accade anche in Norvegia, Islanda, Canada, Irlanda del Nord, Francia, Irlanda e Israele». In Svizzera, Marianne Streiff-Feller, membro del Consiglio nazionale di centro, aveva chiesto un divieto di acquisto di sesso nel 2020, ma il Consiglio federale aveva bocciato la proposta.
Elke Mack fa presente che «non vi è un solo parere serio di un esperto che metta in dubbio che il divieto di acquisto di sesso ridurrebbe il traffico di esseri umani, la criminalità e la violenza».
In Germania, scrive il domenicale - dove il sesso a pagamento è stato legalizzato nel 2002, è in corso un ripensamento. «Invece di migliorare le condizioni delle donne, come si sperava, il Paese è diventato il "bordello d'Europa"». E media come "Der Spiegel" hanno definito la legalizzazione «un errore fatale».
Il rapporto della UE: «Gli uomini che comprano sesso hanno maggiori probabilità di compiere abusi» - L'UE in un rapporto ricorda che «studi empirici hanno dimostrato chiaramente che gli uomini che comprano sesso hanno maggiori probabilità di abusare sessualmente delle donne, di essere violenti nei loro confronti e di avere un'immagine degradante delle donne».
«Il 95% delle donne non svolge il proprio lavoro in modo volontario» - Gli oppositori della prostituzione legale tirano in ballo l'autodeterminazione femminile e le limitazioni che una legge che vada nella direzione opposta pone in essere. Gli autori del libro rispondono che «questa argomentazione è lontana dalla realtà perché le donne sono in balia delle leggi dell'ambiente e lì il comandamento più alto è dire: mi prostituisco volontariamente». Ma non è così, come afferma il detective Paulus: «Il 95% delle prostitute non svolge il proprio lavoro in modo autodeterminato e centinaia di migliaia di donne subiscono una violenza sessuale continua con la benedizione dello Stato».
«Ogni visita a una prostituta è un possibile stupro intenzionale» - E questo perché «è impossibile per i clienti valutare se hanno a che fare con una prostituta forzata o con una donna che fa davvero questo lavoro volontariamente. Se gli uomini pagano comunque per il sesso, accettano di infliggere violenza alla donna. In quest'ottica, ogni visita a una prostituta è un possibile stupro intenzionale».
«Sempre maggiori infiltrazioni criminali nei Paesi dove la prostituzione è legale» - Per Paulus, se non si introduce il modello nordico «la criminalità organizzata attecchirà sempre di più in Germania, Austria, Svizzera, cioè in quei Paesi dove la prostituzione è legale» afferma.