Il numero di pazienti che frequentano gli istituti è in forte aumento in tutta la Svizzera.
ZURIGO - La pandemia di Covid-19 ha marcato una netta divisione tra un “prima” e un “dopo”. Un'esperienza che ha messo alla prova chiunque, ma che ha sicuramente colpito con maggior forza i bambini e i giovani.
Ora che la crisi sanitaria sembra essere rientrata, bisogna quindi fare i conti con gli strascichi della tensione accumulata negli ultimi anni. «La pressione sui giovani è aumentata. Quando arrivano da noi sono i casi sono più gravi», ha spiegato sulle colonne della NZZ un insegnante del “Center for Adolescent Psychiatry” di Neumünsterallee a Zurigo.
A seguito della pandemia, gli istituti psichiatrici che prendono in cura bambini e adolescenti in tutta la Svizzera sono costantemente affollati. Una situazione già segnalata nel canton Zurigo, ma ora definitivamente esplosa. «Un numero sempre maggiore di giovani sta vivendo crisi con disturbi d'adattamento, depressione, ansia, autolesionismo e disturbi alimentari».
Non sono ancora disponibili le cifre per quanto riguarda tutta la Svizzera. Ogni anno però, migliaia di bambini e giovani beneficiano dei quasi 300 posti di scuola ospedaliera nel cantone di Zurigo, la maggior parte dei quali vengono trattenuti solo per un breve periodo. I pazienti ricoverati rimangono a Neumünsterallee in media da uno a due mesi, mentre i ricoveri più gravi durano in media quattro mesi.
E il Ticino? Il nostro cantone dispone di tre centri psico-educativi (CPE) dell'Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (a Stabio, Lugano e Gerra Piano). Sono centri diurni che costituiscono nel campo della psichiatria infantile una struttura semi-residenziale clinica e terapeutica per bambini da 3 a 12-14 anni.
«Queste strutture dispongono di personale specializzato in grado di creare un ambiente terapeutico privilegiato e stimolante per il bambino, e di offrire in modo intenso le cure più adeguate. Vengono garantiti i contatti regolari e la collaborazione con le scuole, le famiglie, gli enti collocanti e specialisti esterni ai Centri», spiega il sito cantonale.