In Ticino ad esempio il tasso di disoccupazione è al 6,5% contro il 4,9 della Lombardia
BERNA - Nelle 11 Grandi Regioni europee limitrofe alla Svizzera i tassi di disoccupazione ILO (l'Organizzazione internazionale del lavoro) riferentesi all'anno 2022 erano più contenuti rispetto alle rispettive medie nazionali e talvolta inferiori a quelli delle Grandi Regioni svizzere confinanti.
È il caso della Lombardia, ad esempio, che ha un tasso di disoccupazione più basso rispetto a quello del Ticino. Con 373'000 frontalieri stranieri occupati, l'impatto positivo del mercato del lavoro svizzero su queste regioni di frontiera è lampante, afferma l'Ufficio federale di statistica (UST) che oggi ha pubblicato i dati sull'offerta di lavoro in Svizzera e nelle regioni limitrofe.
I tassi di disoccupazione ai sensi dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) nelle regioni di Friburgo (2,3%) e Tubinga (2,2%) erano inferiori alla media tedesca (3,1%). Lo stesso vale per le altre regioni confinanti: la disoccupazione in Franca Contea (5,9%), Rodano-Alpi (6,6%) e Alsazia (6,7%) era più bassa rispetto alla media francese (7,3%); idem per l'Austria (Vorarlberg e Tirolo: entrambi del 3,2%; tasso nazionale: 4,8%) e l'Italia (Piemonte: 6,5%, Valle d'Aosta: 5,4%, Lombardia: 4,9%; provincia autonoma di Bolzano: 2,3%; tasso nazionale: 8,1%).
In alcuni casi il livello di disoccupazione nelle regioni di confine è stato addirittura più contenuto di quello delle regioni svizzere limitrofe. In Ticino la disoccupazione ILO lo scorso anno era del 6,5%, pari al Piemonte, ma superiore alla Lombardia che registrava un tasso 4,9%. Non è una novità visto che il dato ticinese è superiore a quello lombardo dal 2018 e lo era già stato fra il 2002 e il 2011. Anche la Regione del Lemano (6,9%), la Svizzera orientale (3,1%) e la Svizzera nordoccidentale (4,3%) lo scorso anno avevano tassi di disoccupazione superiori alle regioni d'oltreconfine, spiega l'UST.
Tassi di attività professionale superiori a quelli nazionali
Nelle regioni limitrofe inoltre i tassi di attività professionale sono superiori alle rispettive medie nazionali ma inferiori a quelli delle regioni elvetiche. In Italia, ad esempio, la partecipazione al mercato del lavoro nella fascia di confine ha superato nettamente il livello nazionale con tassi di attività che spaziano dal 71,0% del Piemonte a il 75,8% della provincia autonoma di Bolzano, mentre la media è del 65,5%. La situazione è identica nelle altre regioni limitrofe. In Svizzera il tasso di attività delle persone in età lavorativa (15-64 anni) nel 2022 era dell'83,5%, mentre in Ticino era del 75,7%.
Globalmente nella Confederazione lavoravano lo scorso anno 373'000 frontalieri, mentre i residenti in Svizzera che esercitavanoun'attività professionale fuori dal Paese erano solo 29'000 e quasi un terzo lavorava in Liechtenstein, precisa ancora il comunicato. Per quanto riguarda le regioni estere confinanti, la Franca Contea detiene la percentuale più elevata di popolazione attiva che viene a lavorare in Svizzera, ben l'8% (5,5% nel 2012). Nelle regioni confinanti con il Ticino le percentuali sono dell'1,6% (1,2% nel 2012) per la Lombardia e dello 0,4% (0,3% nel 2012) in Piemonte.
L'UST precisa ancora che nell'anno in rassegna 25 milioni di persone in età lavorativa vivevano nell'area geografica formata dalla Svizzera, dalle 11 regioni europee limitrofe e dal Liechtenstein. Il tasso di attività professionale globalmente si attestava al 76,8%, simile alla media dell'Unione europea (UE: 74,5%; Svizzera: 83,5%), mentre il tasso di disoccupazione ai sensi dell’ILO (4,9%) siavvicinava al tasso svizzero (4,3%; UE: 7,2%)