«Puntiamo sul mantenimento dello status quo» affermano
BERNA - I produttori di tabacco svizzeri rimangono fiduciosi per il loro settore, malgrado il ritiro di uno dei tre maggiori acquirenti, il colosso delle sigarette British American Tobacco (BAT), che ha deciso di cessare la produzione nel suo stabilimento di Boncourt (JU) entro marzo 2024.
«Siamo ottimisti e puntiamo sul mantenimento dello status quo», indica all'agenzia Awp Francis Egger, segretario generale dell'associazione di categoria Swisstabac. La chiusura delle attività industriali della BAT - che intende mantenere solo una quindicina degli oltre 200 impieghi attuali a Boncourt - è stata al centro dell'ultima riunione della cooperativa di coltivatori.
Le 121 aziende agricole rimaste nel ramo - a fronte delle 330 di 20 anni or sono - hanno raccolto nel 2022 circa 860 tonnellate di tabacco, in forte aumento rispetto alle 600 tonnellate del 2021, anno peraltro caratterizzato da forti piogge.
Interrogato riguardo alla possibilità che gli altri due giganti del comparto, Philip Morris International (PMI) e Japan Tobacco International (JTI), possano rilevare i volumi finora venduti a BAT, Egger ha lasciato intendere che sono in corso trattative. «La produzione nazionale rappresenta meno del 10% del fabbisogno di tabacco delle industrie con sede in Svizzera», fa comunque presente.
Oltre l'85% dei terreni destinati alla produzione di tabacco si trova nella regione della Broye, nei cantoni di Vaud e a Friburgo, mentre il resto è distribuito in vari cantoni di lingua tedesca, nel Giura e nella regione del Rodano, si legge sul sito web di Swisstabac.