«È sensato anche dal punto di vista ecologico», ha spiegato l'esperta Hanna Krayer
ZURIGO - Il cetriolo imballato nella plastica? È tutt'altro che un'idiozia, è al contrario sensato dal profilo ecologico. Lo sostiene Hanna Krayer, esperta attiva presso il dipartimento sostenibilità della Federazione delle cooperative Migros (FCM).
«Nelle reti sociali il cetriolo confezionato è un argomento che Migros tratta da anni», afferma la specialista in dichiarazioni alla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). A suo avviso è rappresentativo dell'intero dibattito sulla plastica. «Mi viene chiesto di parlarne durante le conferenze e nella mia vita privata ne discuto costantemente».
Perché tante persone - si chiede la testata zurighese - si arrabbiano per due grammi di pellicola di plastica? Da un punto di vista emotivo è comprensibile che tanti si irritino: vedono l'imballaggio come uno spreco inutile. La situazione vale per il cetriolo, come pure per altre verdure quali broccoli, cavolfiori o insalate. Ma sulla questione il mondo delle emozioni e quello dei fatti si scontrano.
Spreco aumentato di otto volte, senza plastica
«Il cetriolo imballato è una soluzione sensata dal punto di vista ecologico», afferma Krayer. «Questa è una convinzione indiscussa tra gli esperti». Il motivo è essenziale: può essere conservato cinque volte più a lungo di quello non confezionato. Pertanto deve essere buttato via molto meno spesso e questo è molto più importante per l'eco-bilancio rispetto ai due grammi di plastica.
«Come molte altre verdure i cetrioli hanno un contenuto d'acqua molto elevato», spiega l'interlocutrice. «La pellicola di plastica garantisce che un cetriolo rimanga croccante per circa 15 giorni. Un cetriolo non confezionato, invece, inizia ad avvizzire dopo soli tre giorni». Migros ha fatto questa esperienza in prima persona: lo spreco di cetrioli invernali è aumentato di otto volte quando ha sperimentato soluzioni senza imballaggio.
Una percezione ingannevole?
Secondo la NZZ la ragione più profonda della controversia sui cetrioli nasce dal fatto che molti consumatori hanno idee sbagliate su ciò che definisce l'impronta ambientale degli alimenti. Nei sondaggi la popolazione elvetica afferma di considerare l'imballaggio e il trasporto particolarmente dannosi per l'ambiente: per questa ragione i consumatori considerano positivamente gli alimenti regionali e i prodotti non confezionati.
Ma questa percezione è ingannevole, sostiene la testata zurighese. La maggior parte dell'impatto ambientale degli alimenti deriva dalla produzione agricola. «Nell'assortimento di Migros, circa l'80% dell'impronta ambientale deriva dalla produzione», spiega Krayer. L'imballaggio, invece, rappresenta solo il 3% circa e il trasporto tra il 5 e il 10%.
Questo vale anche per i cetrioli. La produzione ha conseguenze sull'ambiente: per la coltivazione sono necessari terra e acqua, gli ortaggi vengono concimati e, se necessario, trattati con pesticidi. L'impatto ambientale di queste fasi di produzione è molto maggiore dell'effetto della pellicola di plastica.
Gli studi scientifici confermano questo assunto. In Austria, i ricercatori hanno studiato l'impronta climatica dei cetrioli e di altri alimenti (misurata in cosiddetti equivalenti di CO2). Nel caso dei cetrioli, l'impatto della produzione è di 53 volte superiore a quello causato dalla fabbricazione e dallo smaltimento della pellicola di plastica.
Evitare rifiuti alimentari
Allo stesso tempo, i ricercatori hanno osservato, nel corso di prove condotte nel commercio al dettaglio austriaco, che i cetrioli imballati dovevano essere gettati solo la metà delle volte rispetto a quelli non confezionati. I rifiuti alimentari evitati sono stati significativi: «Il beneficio derivante dalla riduzione dei rifiuti di cetrioli è tre volte superiore al costo dell'imballaggio», scrivono i ricercatori citati dalla NZZ.
Per questo motivo Migros continua ad avvolgere i cetrioli invernali, che provengono per lo più dalla Spagna, in pellicole di plastica. L'azienda non ricorre per contro all'imballaggio per i cetrioli estivi, che arrivano dalla produzione svizzera: il motivo è che i prodotti locali giungono più rapidamente nei negozi e c'è meno rischio che vengano scartati. Tuttavia questa considerazione vale solo fino alla cassa del supermercato: a casa i cetrioli non confezionati rischiano di rovinarsi più velocemente rispetto ai quelli imballati. Da un punto di vista ecologico sarebbe quindi opportuno che i consumatori conservassero i cetrioli in frigorifero e li avvolgessero in una pellicola trasparente, per evitare sprechi alimentari.
«Plastica? Imbattibile»
«Lo scopo più importante dell'imballaggio è proteggere il prodotto alimentare», insiste Krayer. «Soprattutto per i prodotti freschi, la plastica è spesso imbattibile. È super efficiente perché si può proteggere una grande quantità di cibo con pochissimo materiale. Inoltre, la plastica può essere realizzata in tutti i tipi di forme».
Molte persone, tuttavia, continuano ad avere problemi con gli imballaggi in plastica, cosa che è comprensibile da un punto di vista psicologico. Per questo anche a livello politico molte iniziative sono in atto per favorirne il riciclaggio: ma quest'ultimo punto è fonte peraltro di discussione fra gli esperti.
«Riciclaggio? Poco utile, molto costoso»
«La raccolta della plastica è poco utile per l'ambiente, ma è molto costosa», sostiene Rainer Bunge, professore di ingegneria ambientale presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera orientale, che ha analizzato la questione in uno studio commissionato dalla Confederazione e dai cantoni. Dal punto di vista ambientale il riciclaggio della plastica non presenta quasi alcun vantaggio rispetto all'incenerimento dei rifiuti negli impianti di smaltimento, perché quest'ultimo fornisce energia preziosa sotto forma di elettricità e calore.
«Se una persona ricicla la plastica per un anno, dal punto di vista ecologico fa lo stesso che farebbe mangiando una bistecca alla griglia in meno o rinunciando a un viaggio in auto di 30 chilometri», spiega lo specialista alla NZZ. A suo avviso la raccolta della plastica è quindi un «rituale largamente inefficace per tranquillizzare la coscienza».
Il riciclaggio della plastica è inoltre costoso: secondo lo studio, la sua eco-efficienza - ovvero la quantità di protezione ambientale ottenuta per ogni franco speso - è solo un terzo di quella della raccolta di PET. I sistemi migliori sono quelli relativi all'alluminio e agli elettrodomestici. "Rispetto ad altre misure di riciclaggio, la raccolta della plastica è praticamente da considerare un bene di lusso", argomenta Bunge.
Perché allora - chiede il giornalista della NZZ - il riciclaggio della plastica sarà presto introdotto in Svizzera a livello nazionale? «I politici guardano ai voti», risponde l'ingegnere, «quello che fa piacere viene fatto». La politica ambientale si è distaccata dai fatti: non si tiene conto di ciò che ha un buon rapporto costi-benefici.
Secondo il quotidiano per il riciclaggio della plastica vale quindi probabilmente lo stesso discorso di quello relativo al malcontento che suscita il cetriolo confezionato: quando i consumatori interessati si chiedono come proteggere al meglio l'ambiente si preoccupano soprattutto di questioni collaterali, perdendo di vista il fulcro della questione.