Scarseggiano cacao e zucchero per colpa del clima e il prezzo sale per colpa (anche) degli speculatori
ZURIGO - Da cicloni, supercelle, alluvioni e surriscaldamento del pianeta non si salva neanche il prezzo del cioccolato: che è aumentato e - stando alle previsioni degli analisti di mercato di cui parla il TagesAnzeiger in un articolo - continuerà a salire. Questo perché nei depositi e nei porti arrivano meno camion e bastimenti carichi di cacao e zucchero. Per colpa di chi?
Cioccolato più caro per colpa della natura e degli speculatori - Della natura. Che è diventata la nuova variabile della bilancia commerciale, ma non la sola: a farle compagnia c'è anche la categoria degli speculatori che ai primi segnali di qualsivoglia catastrofe affilano gli artigli delle loro mire finanziarie. La strana "coppia" sta facendo i primi danni.
Precipitazioni superiori alla media, El Niño e il timore di malattie - Partiamo dal pianeta e dalle sue manifestazioni che piovono dal cielo: nel settore occidentale dell'Africa, da dove arriva quasi l'80% del cacao mondiale, piove da settimane e con precipitazioni abbondanti superiori alla media. E all'orizzonte sta per bussare alla porta anche "El Niño", famoso per non essere un fenomeno meteorologico che ama molto la moderazione e che una volta esaurita la sua vena catastrofica se ne va lasciando come ricordo anche lunghi periodi di siccità. Non il massimo per il raccolto.
C'è dell'altro: nei principali Paesi produttori, come la Costa d'Avorio e il Ghana, i coltivatori temono anche l'arrivo di malattie che oltre a ridurre i raccolti andranno a minare la qualità delle sementi di cacao. Qualche segnale della crisi in vista c'è già, se negli scali portuali della Costa d'Avorio è giunto all'attracco quasi il 5% di cacao in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E per il secondo anno consecutivo, la produzione di cacao è in ritardo rispetto alla domanda e le scorte hanno raggiunto il livello più basso degli ultimi quarant'anni. L'Organizzazione Internazionale del Cacao - riporta il quotidiano zurighese - ha recentemente alzato le previsioni di un deficit globale da 60.000 a 142.000 tonnellate.
Piantagioni di canna da zucchero distrutte dal maltempo - Non solo cacao: per fare la cioccolata ci vuole anche lo zucchero, che ha raggiunto il prezzo più costoso degli ultimi 11 anni (sette per la Svizzera). Anche qui la causa è il maltempo che ha fatto crollare il raccolto della canna da zucchero distrutta da piogge torrenziali e bufere di vento che hanno colpito produttori importanti come Pakistan, Thailandia, India e Cina. In Brasile - il più importante paese produttore - il raccolto è iniziato in ritardo. Come per il cacao, però, anche in queste regioni del pianeta il raccolto è minacciato da El Niño.
Secondo l'Organizzazione Internazionale dello Zucchero, quattro quinti della produzione globale di zucchero provengono dalla canna da zucchero e un quinto dalla barbabietola.
Le speculazioni - La natura ci mette del suo, gli speculatori fanno il resto. Alla borsa di New York le contrattazioni sono arrivate a 3.400 dollari per tonnellata. Dall'inizio dell'anno, i prezzi sono aumentati del 59% (in valuta statunitense). A Londra il prezzo è arrivato a essere il più alto degli ultimi 46 anni. In valuta svizzera l'aumento è meno pronunciato perché il franco si è apprezzato notevolmente rispetto al dollaro. Proprio sulla piazza londinese c'è la maggiore trepidazione dei prezzi e il cacao è oggetto di speculazione: alla Borsa di Londra si è già vista una mole di acquisti da parte dei produttori di cioccolato.
L'impennata dei prezzi riporta alla mente le gesta affaristiche di un certo Anthony Ward, un tempo a capo dell'Associazione Europea del Cacao, che acquistò in un colpo solo 240.000 tonnellate di cacao per conto di un hedge fund dell'azienda londinese Armajaro. Il prezzo del cacao salì ai massimi storici ma per le leggi dell'economia un eccesso di offerta alla fine porta quasi sempre a un crollo dei prezzi.
L'affare aveva portato il prezzo del cacao ai massimi livelli dal 1977, ma il piano dello speculatore è fallito perché un eccesso di offerta a livello mondiale ha fatto crollare nuovamente i prezzi. Gli speculatori lo scorso anno acquistarono in forma massiccia, arrivando a detenere 2,4 milioni di tonnellate di cacao.
«Solo l'anno scorso, 41 volte il raccolto mondiale è stato scambiato in borsa, in termini di volume di transazioni. O per dirla in altro modo: ogni tonnellata di cacao è passata di mano 41 volte sulla carta prima di finire come cioccolato al supermercato» scrive il TagesAnzeiger.
I grandi produttori e l'aumento dei prezzi nei supermercati - I supermercati appunto: come si stanno comportando i grandi marchi e quali prezzi trovano sugli scaffali i consumatori? Il produttore svizzero di cioccolato Lindt & Sprüngli per fronteggiare le "bufere" di mercato e la penuria delle materie prime ha annunciato martedì - riporta sempre il quotidiano zurighese - di «essere riuscito a contrastare questo fenomeno aumentando i prezzi». E seppur il cioccolato sia diventato più costoso, nel carrello della spesa le tavolette Lindt non sono diminuite di numero e «i prezzi più alti non hanno ridotto le vendite in termini di volume» con buona pace degli azionisti.
ll più grande produttore di cioccolato e cacao al mondo, Barry Callebaut, che ha sede a Zurigo, trasferisce l'aumento dei prezzi delle materie prime ai suoi clienti, fra i quali Nestlé, Cadbury e Hershey. Alla Migros, che vende sia prodotti di marca che cioccolato a marchio proprio o dell'industria propria, il cioccolato è diventato più caro già l'anno scorso. È così anche in Ticino? «L’assortimento cioccolato proposto è in larga misura nazionale, sia per quanto riguarda l’offerta a marchio proprio che di marchi terzi - spiegano - Qualora importanti aumenti del prezzo delle materie prime sul mercato internazionale dovessero comportare la decisione di adattare a livello nazionale le calcolazioni per i prodotti del settore cioccolato, Migros Ticino si allineerebbe a tali modifiche».
Coop - scrive il TagesAnzeiger - descrive la situazione dei prezzi del cacao e dello zucchero come "rigida". Un portavoce citato dal quotidiano afferma che «il rivenditore non ha apportato alcun adeguamento di prezzo, se non di lieve entità, ai prodotti di cioccolato a marchio proprio». Per quelli di marca l'adeguamento è stato leggermente superiore.