La regione del lago di Mutt è diventata famosa grazie ai social media. Un turismo (in aumento) che non sempre rispetta la natura.
BRAUNWALD - Un paesaggio mozzafiato che merita una fotografia e soprattutto un post sui social che possa “valorizzare” la fatica fatta per raggiungere la vetta. Il fenomeno dello scatto perfetto ha invaso da tempo anche la Svizzera portando alcune complicazioni.
Uno scatto poi il successo - La regione del lago di Mutt, nel Canton Glarona, è diventata virale sui social cinque anni fa grazie al fotografo svizzero Tobias Ryser. Uno scatto valso il premio di fotografo naturalista svizzero dell'anno. Da allora il turismo è gradualmente aumentato rendendo la regione famosa in tutto il mondo.
Una fama che però non piace a tutti. «Il turismo sta assumendo proporzioni ingestibili sia per la fauna che e per la flora della montagna», ha spiegato ai colleghi di Schweiz Aktuell, il guardiacaccia Samuel Gantner. Le tende dei campeggiatori sono in effetti sparpagliate in tutto il bosco. «Gli animali non possono trovare rifugio. Stambecchi e marmotte fanno fatica a lasciare la loro tana e non possono più vivere il loro ciclo naturale».
Tra i rifiuti dei campeggiatori - Una convivenza sempre più difficile spiegata anche dai responsabili dell’unica capanna della zona. Claudia Freitag, la guardiana del rifugio, ha potuto notare l’aumento dei campeggiatori fin dall'inizio. «Il boom è sicuramente aumentato dopo Covid». Negli ultimi due mesi ha contato 134 tende, un record. «I turisti si accampano dappertutto».
I campeggiatori non rappresentano un problema per il funzionamento della capanna, ma è anche vero che aumentano in modo esponenziale la mole di lavoro dei guardiani, che non sempre riescono a seguire i nuovi ritmi. «Siamo un rifugio per escursionisti e non un campeggio».
Bisogna intervenire - Il problema più grande sono i rifiuti. «Tutti dovrebbero smaltire correttamente le proprie cose. Ma spesso non è così. Troviamo rifiuti da tutte le parti». Una situazione ancora gestibile che però necessita delle regole più chiare e soprattutto un intervento delle autorità prima che possa sfuggire di mano.
Glarona Turismo è già a conoscenza del problema. «Abbiamo osservato di persona come il numero di campeggiatori selvaggi sia aumentato negli ultimi anni», ha spiegato a 20Minuten Gabriela Heer, Product Manager di Braunwald. Il campeggio selvaggio non è vietato, ma Heer sottolinea che gli animali risentono di questo tipo di turismo. «La situazione deve restare sotto controllo. Siamo già in contatto con gli enti coinvolti per trovare una soluzione».