«Non voglio eseguire questo intervento su di lei», ha scritto il medico, via mail, alla giovane.
LENZBURG - La 18enne argoviese Valentina è sotto shock: «La mia dottoressa dice che non andiamo d'accordo e che per questo non vuole operarmi». Da oltre un anno la ragazza, residente a Lenzburg (AG), soffre di dolori al polso. E per la sua professione, quella di educatrice della prima infanzia, è una vera e propria tortura: «È quasi un anno che cerco di ottenere il trattamento giusto per poter finalmente tornare a vivere e lavorare normalmente».
Valentina è passata da un medico all'altro e si è sottoposta a vari esami: «Aspettavo settimane per i risultati. E alla fine mi dicevano sempre che non sapevano esattamente cosa avessi». Una dottoressa attiva professionalmente in una clinica privata ha però infine individuato la causa delle sue sofferenze: «Durante l'esame ecografico, ha trovato un ganglio del polso. Ha detto che era innocuo, ma che un'operazione avrebbe potuto far sparire il dolore». Nessuna data è però mai stata fissata. «La dottoressa mi ha comunicato di non voler effettuare l'intervento», racconta Valentina, che ha ricevuto la comunicazione via mail.
«Poiché ho avuto l'impressione che non andiamo molto d'accordo e che il rapporto medico-paziente non è ottimale, non voglio eseguire questo intervento su di lei. Dovrà quindi cercare un altro chirurgo della mano se deciderà di sottoporsi all'intervento», si legge nel messaggio.
Una decisione, questa, che per la 18enne risulta incomprensibile: «Non capisco cosa intenda dire. Sono sempre stata molto educata e vorrei solo che qualcuno mi aiutasse e che il dolore finalmente sparisse».
«Una situazione difficile» - «Mia figlia è timida ed estremamente corretta. Ha preso la notizia in modo molto personale. Mi è dispiaciuto molto per lei e le ho assicurato che non aveva fatto nulla di male», afferma la madre della ragazza. Anche lei non capisce perché la dottoressa abbia rifiutato di eseguire l'intervento: «Non abbiamo ricevuto una spiegazione dettagliata. E dopo quella mail non ho più voluto avere contatti con lei». Ora la famiglia sta cercando un nuovo medico: «Probabilmente dovrà sopportare il dolore ancora per qualche settimana. La situazione è molto difficile per tutti noi».
La dottoressa, interpellata da 20Minuten, non ha voluto commentare il caso.
Rifiutarsi di operare? Può farlo - Secondo André Wernli, avvocato che si occupa di diritto sanitario, i medici che lavorano in una clinica privata possono rifiutare cure o interventi chirurgici in base al principio della libertà contrattuale. Ciò avviene in particolare in caso di mancanza di fiducia, oppure a un sovraccarico di lavoro, alla mancanza di qualifiche professionali o al mancato pagamento delle fatture. Secondo Wernli, in un ospedale pubblico l'obbligo di ricovero o cura si basa invece sulla legge sanitaria cantonale.
In situazioni di emergenza, però, sia in un ospedale pubblico che privato permane l'obbligo di curare: «Il mancato soccorso è un reato punibile per i medici e può essere sanzionato con una pena detentiva fino a tre anni o una multa», sottolinea l'avvocato. In caso di rifiuto il paziente può chiedere un risarcimento danni.