La denuncia di 100 campionesse, fra le quali c'è anche la 23enne svizzera Lena Georgescu: «Ai tornei spesso sola con 100 maschi».
ZURIGO - Checché ne dica la serie-culto di Netflix "La Regina degli Scacchi", quello di alfieri, torri e pedoni non è affatto un mondo per donne. Anzi, è fortemente maschilista e misogino.
A sostenerlo, una lettera aperta firmata da 100 campionesse che denunciano un ambiente ostile in cui proliferano molestie, abusi e violenze anche sessuali. Fra i firmatari della lettera, conferma la Nzz, c'è anche la campionessa svizzera 23enne Lena Georgescu.
Il dito - in una mossa che punta a far scattare un momento #metoo anche nel mondo dei bianchi e dei neri - è puntato non solo contro i giocatori maschi, ma anche gli allenatori, arbitri, organizzatori di eventi e i presidenti dei club locali.
Sono soprattutto gli allenatori, che hanno a che fare con giovani e giovanissime aspiranti, nel mirino di una prima salva di accuse (passata per i social e poi per i giornali). I colpevoli, due coach in particolare: il gran maestro costaricano Alejando Ramírez e il francese Dominque Bellicou, entrambi accusati di abusi su minori e stupro. Il primo è stato espulso dalla Federazione Internazionale degli Scacchi (Fide), il secondo si trova attualmente in carcere.
«Non troverete un altro sport al mondo in cui un'adolescente potrebbe trovarsi ad affrontare in competizione un 50enne», ha commentato a riguardo la scacchista francese Yosha Iglesias sentita dalla Süddeutsche Zeitung, «in un torneo su 110 partecipanti, circa 10 sono donne e di queste diverse sono adolescenti».
«È vero che gli abusi ci sono in tanti sport ma una situazione del genere, in cui delle ragazzine sono circondate per diversi giorni solo da uomini, capita solo negli scacchi. Non è detto che ogni partita porti a una molestia, ma sul grande numero può capitare che durante le ore che dura una partita un avversario ti dica qualcosa di inopportuno, o peggio», conclude.
«A volte mi capita di essere l'unica donna su 100 giocatori», fa eco alla collega (e co-firmataria) proprio Georgescu, «e non c'è un'età minima quindi una bimba può trovarsi davanti un adulto». Alla rossocrociata non risultano abusi gravi come quelli perpetrati da Ramíreze e Bellicou in Svizzera.
Tuttavia restano comuni, però, gli abusi verbali che non tengono mai in considerazione la sua giovane età. Questi vanno dal viscido «sei così affascinante che distrai gli uomini, è irregolare dovresti essere espulsa», passando per l'esplicito «speravamo di fare sesso di gruppo con te più tardi» fino al turpe: «Perché perdi tempo a insegnarle a giocare, sarebbe meglio se te la scopassi».
Il problema, continua la scacchista svizzera, sarebbe soprattutto culturale e partirebbe dall'alto: nelle alte sfere della Fide ci sarebbero da tempo personaggi ben noti per una serie di comportamenti inappropriati sui social nei confronti di donne scacchiste. Questi, conferma il quotidiano zurighese, non hanno però mai portato a denunce formali o incriminazioni.
La Federazione, dal canto suo, dopo un primo tentennamento ha deciso di appoggiare formalmente l'appello delle 100 campionesse: «Insieme possiamo migliorare la cultura e rendere la nostra comunità un luogo sicuro, rispettoso e accogliente per tutti».