Richiedenti l'asilo. Emigrazione. Casse malati. Le critiche a colleghi e alla SRG. L'estate di fuoco di Marco Chiesa
LENZERHEIDE - Ha definito la situazione dei richiedenti l’asilo a Chiasso “fuori controllo”. Ha criticato Elisabeth Baume-Schneider, rea di “non saper porre un freno al caos” sul fronte della migrazione. Ha portato a Berna le firme per dimezzare il canone della SRG colpevole di «una deriva a sinistra». E teme che la Svizzera possa diventare «un paese sfigurato». Marco Chiesa sta trascorrendo l’estate tra l’impegno politico e il relax vacanziero in compagnia della moglie e dei figli. Lo incontriamo nello chalet dei Grigioni, dove sta trascorrendo le ferie.
Che significato ha per lei questo posto?
Mio padre ha la passione della caccia e da sempre frequenta le zone di Lenzhereide. Mia moglie ama le passeggiate e cercare funghi. In questa regione possiamo ricaricare le batterie e stare con i nostri figli.
Staccare così a lungo con le elezioni Federali alle porte, se lo può permettere?
Vero, sono il presidente del partito, ma soprattutto il papà di due adolescenti con delle lunghe vacanze estive. Come padre voglio essere presente il più possibile nella quotidianità famigliare.
Settimana scorsa ha lanciato la nuova hit elettorale del partito, sinceramente che ne pensa della canzone “Das isch d Svp?”
La canzone di DJ Tommy è davvero simpatica e mi è piaciuta molto. Sono sorpreso però dalla decisione di YouTube di bloccarla...
Già, pare che il ritornello sia stato ritenuto un plagio di “We are Family”. Un po' imbarazzante per un partito grande come il vostro...
Francamente penso che dietro a questo blocco si nasconda un certo attivismo politico. Vedremo come si evolverà questa controversia. La affrontiamo a cuor leggero. Va detto che il pezzo è stato composto dal nostro Thomas Matter (consigliere nazionale Udc, ndr.)
Si è spesso detto che lei è diventato presidente perché è nelle “grazie” di Blocher. Che ne pensa?
Questo genere di illazioni fanno parte del destino di ogni presidente dell’UDC Svizzera. In realtà è stata piuttosto sua figlia a convincere mia moglie che ero la persona giusta per fare il presidente (ride).
Sui social lei parla di «sanguinoso caos nel settore dell'asilo» e argomenta citando tragici casi individuali. È davvero necessario?
Si assolutamente. Centinaia di migliaia di migranti illegali giungono in Europa attraverso il Mediterraneo e i Balcani, molto spesso con l'aiuto di bande criminali. E per raggiungere la Svizzera attraversano diversi Paesi sicuri nei quali non chiedono asilo. Guardi Chiasso: la situazione è fuori controllo, la popolazione è giustamente preoccupata e sconfortata. Rapine, furti con scasso, accoltellamenti, molestie sessuali sono all’ordine del giorno nel nostro Paese. Dobbiamo affrontare alla radice il problema dei migranti illegali e di quelli criminali. Da un lato procedendo a espulsioni immediate, dall’altro organizzando le procedure d’asilo al di fuori del nostro Paese.
I suoi attacchi a Elisabeth Baume-Schneider sono sempre più frequenti e mirati. Non può davvero pretendere che risolva il problema da un mese all'altro...
Invece di porre un freno a questo caos, la consigliera federale propone di spendere 130 milioni di franchi dei contribuenti svizzeri per l’acquisto di container al fine di alloggiarli. In qualità di responsabile, deve garantire che questo flusso venga fermato. Oggi invece si affrontano solo i sintomi di una politica migratoria sbagliata. Ecco perché dobbiamo continuare a fare pressione.
Con l'iniziativa popolare “No a una Svizzera di 10 milioni di abitanti” si batte contro l'immigrazione. Ma chi si prenderà cura dei nostri anziani e ci servirà il caffè, in futuro?
In Svizzera arrivano troppi stranieri, e non sono quelli che servono al Paese. Solo uno su cinque è un lavoratore specializzato contrariamente a quanto è sempre stato raccontato. Sento ancora la lamentela relativa alla carenza di lavoratori qualificati, anche se l'anno scorso 180'000 persone sono immigrate in Svizzera e l’anno prima 60’000. Non dimentico inoltre i primi 6 mesi del 2023 che hanno visto l’afflusso di ulteriori 50’000 persone. Il men che si possa dire è che c'è qualcosa che non va.
Quali sono gli stranieri "giusti", secondo lei?
Sono quelli che possono offrire un contributo alla Svizzera. Quelli che portano con sé delle competenze. Oggi la Svizzera non trae alcun beneficio dall'immigrazione di massa, anzi. Mancano alloggi, i treni sono strapieni, le strade intasate, le scuole sono in crisi, l’assistenza sociale sotto pressione, l’approvvigionamento energetico non è assicurato, per non parlare poi della criminalità. L'immigrazione di massa ci costa miliardi. Ma non è politicamente corretto ammetterlo.
Qualche giorno fa avete lanciato anche l'iniziativa per il dimezzamento del canone. Perché proprio lei, da ticinese, è contrario alla pluralità dei media?
Personalmente ero contrario all'iniziativa "No Billag", ma molti ticinesi l'hanno votata. Per questa nuova iniziativa in Ticino sono state raccolte 30'000 firme. Quello che chiediamo è un servizio pubblico ragionevole garantito a mezzo di una tassa di 200 franchi, il mantenimento dell’attuale ripartizione favorevole al Ticino e almeno lo stesso sostegno ai media regionali che a mio avviso fanno un ottimo lavoro. Detto ciò, schiettamente, la deriva a sinistra dei programmi Srg mi infastidisce.
Anche il Plr recentemente si è mostrato parecchio critico nei confronti della Srf. Spera che possano unirsi alla vostra battaglia?
Sono curioso di conoscere la posizione della base liberale. I Giovani Liberali sono tra i promotori di questa iniziativa, come d’altronde altre personalità del partito e l’associazione svizzera delle piccole e medie aziende, forse riusciranno convincere i delegati liberali con le loro argomentazioni.
L'anno prossimo i premi delle casse malati saliranno ancora. Di chi è la colpa, e cosa vuole fare l'Udc per risolvere questo problema?
Dal 2012 il dossier è nelle mani del consigliere federale Alain Berset e in dieci anni i costi del sistema sanitario sono aumentati da 65 miliardi a 90 miliardi. Si ripete che circa il 20% dei trattamenti è inutile se non controproducente ma il consigliere federale ribalta la responsabilità sui Cantoni. E in parte non ha torto. Molti non vogliono ammettere che la massiccia immigrazione nel nostro Paese gioca, anche in questo caso, un ruolo fondamentale. Una media di 75’000 persone che si insediano in Svizzera ogni anno da 20 anni, con una punta di 180'000 persone l’anno scorso, comporta l’esigenza di centinaia di medici, letti d'ospedale e infermieri in più. Ciò non fa che lievitare i costi. Inoltre, i migranti e i richiedenti asilo ricevono cure mediche senza pagarle. A settembre affronteremo con determinazione anche questo tema.
Stando a quello che dice lei, l'immigrazione dovrebbe essere la madre di tutti i problemi che ci sono in Svizzera...
Non vogliamo che il nostro Paese venga sfigurato. Non vogliamo una Svizzera da 10 milioni di abitanti. L'immigrazione è la causa diretta di diverse enormi problematiche: il prezzo degli affitti, la pressione sui salari, il carico sull’ambiente, la cementificazione e le infrastrutture allo stremo! Con la nostra iniziativa vogliamo porre dei limiti a questa situazione, favorire l’afflusso di competenze e combattere l’immigrazione di massa.
Alain Berset si è dimesso. Considererebbe il socialista Daniel Jositsch un buon consigliere federale?
Sì, penso che Daniel Jositsch possa essere un buon candidato. L'Udc rispetterà la formula magica e sceglierà un candidato tra quelli ufficiali proposti dal Ps.
L'organizzazione Campax ha indirettamente denigrato Liberali e Udc come nazisti su un adesivo da apporre sulle buca delle lettere. I Liberali si sono arrabbiati molto, voi siete restati relativamente tranquilli. La cosa non l'ha fatta arrabbiare?
È stata una cosa davvero stupida, e una mancanza di rispetto per i milioni di vittime dell'Olocausto. Dietro a Campax c'è il presidente dei Verdi, Balthasar Glättli. E per questa attività ci guadagna pure dei soldi. Francamente mi aspettavo qualcosa di meglio da lui.
Che budget ha l'Udc in Svizzera, e quale budget ha lei in Ticino?
Attualmente a livello nazionale abbiamo in cassa circa 4,5 milioni di franchi. È dal 2019 che si lavora a questo budget. In Ticino, invece, conto circa su 80'000 franchi nel caso di un doppio turno.
La sua rielezione al Consiglio degli Stati non è affatto ovvia, pensa che a dicembre sarà ancora a Palazzo Federale?
Non ho cercato scorciatoie per rimanere a Palazzo federale. Sono stato eletto al Consiglio degli Stati e ripresentarmi solo per la Camera alta lo ritengo coerente e rispettoso degli elettori. Certo questa decisione comporta dei rischi ma voglio rimanere fedele a me stesso, e per chiedere la fiducia dei ticinesi devo in primo luogo credere in ciò che faccio ed essere conseguente.
Se non dovesse farcela, lascerà la presidenza?
Pensare troppo al futuro e ai possibili scenari è spesso la miglior scusa per non agire nel presente. Le sfide vanno affrontate e oggi il mio obiettivo è la rielezione al Consiglio degli Stati.
Eppure il suo lavoro è parecchio stressante, con tutti quei viaggi in Svizzera interna dal Ticino... Avrebbe più tempo per la sua famiglia...
Sono 20 anni che faccio politica di milizia, da un piccolo comune alla presidenza del primo partito in Svizzera, e mi piace ancora molto. I miei figli vedono tutta la passione che ci metto. Penso che l’attività di un piccolo imprenditore che deve pagare dei salari a fine mese non sia meno stressante della mia.
Ha dichiarato che qualche volta la barriera linguistica le ha dato difficoltà, soprattutto per quanto riguarda i dibattiti. Quanti corsi di tedesco ha fatto negli ultimi anni?
Continuo a frequentarli ancora oggi, circa tre volte a settimana. Parlo tedesco praticamente ogni giorno ma è un dato di fatto che nei dibattiti si riesca a trasmettere meglio le proprie emozioni e la propria passione quando si utilizza la propria lingua madre.
Parla di emozioni, quand'è l'ultima volta che ha pianto?
Quando mio papà da dovuto affrontare diverse operazioni e l’esito ogni volta era piuttosto incerto. Sono felice che ora stia meglio.
Politica a parte, cosa la fa arrabbiare nella sua vita privata?
Mi arrabbio quando i miei figli non si impegnano abbastanza. Non è affatto scontato poter trascorrere delle belle vacanze estive, così come possedere uno smartphone. A volte ho l’impressione che non ne siano consapevoli.
E cosa la fa litigare con sua moglie Monja?
Siamo insieme da 30 anni e, come tutte le coppie, ci capita qualche volta di bisticciare. Il più delle volte riguarda i ragazzi e il fatto che passano troppo tempo al cellulare. Penso che in questo senso siamo una famiglia molto normale.