Previste nuove colate, ma si ignorano le dimensioni. L'unica cosa certa? Le persone evacuate per ora non potranno tornare a casa.
GLARONA - Non è ancora chiaro per quanto dovranno restare lontano dalle proprie case le quasi 100 persone sfollate da Schwanden, frazione del comune di Glarona Sud, dopo la frana che ieri ha travolto e distrutto una mezza dozzina di edifici. Secondo gli esperti, la situazione giudicata ancora «instabile» potrebbe però evolvere in tre diversi scenari, hanno affermato in serata le autorità locali in un nuovo incontro con i media.
È ipotizzabile un'ulteriore grande colata detritica che colpisca altre zone dell'insediamento, ha spiegato Markus Gächter, membro della commissione comunale per i pericoli naturali. Una seconda possibilità è quella di molte piccole colate, in grado comunque di causare dei danni.
Il terzo scenario, quello ritenuto però meno probabile, contempla una massiccia colata di detriti che raggiunge il Sernfbach. Ciò causerebbe problemi supplementari a causa dell'accumulo di acqua. Non è ancora possibile fissare un orizzonte temporale per questi eventi e quindi stimare la durata dell'evacuazione, ha riassunto Gächter nel quadro di una conferenza stampa, la seconda di giornata.
Ieri attorno alle 17.30 una massa di terra e roccia si è staccata sopra Schwanden, estendendosi per 400 metri lungo il pendio. Alle 19.30 si sono verificati altri scoscendimenti. Nessuno è rimasto ferito.
Una frana si era già verificata nella notte fra il 20 e il 21 agosto, quando era stata seppellita una strada. In questa circostanza, cinque abitazioni e due aziende erano state evacuate. Da allora, nessuno ha più fatto ritorno agli edifici. In seguito al nuovo smottamento, l'area all'interno della quale le persone hanno dovuto lasciare le proprie case è stata ampliata.
Al momento, il numero degli sfollati è fermo a 97, ha fatto sapere il sindaco del comune di Glarona Sud Hans Rudolf Forrer. Sei edifici sono stati sepolti, mentre le proprietà colpite dalla colata, che continua a espandersi, sono 38, ha precisato.
Secondo Gächter, la frana è costituita da due smottamenti parziali che si influenzano a vicenda. La roccia scivola sopra, il materiale sciolto sotto. Quest'ultimo contiene molta acqua, che è il motore principale del distacco.
Stando a stime provvisorie, finora dal pendio sono fuoriusciti 30'000 metri cubi, il volume di 30 case unifamiliari. Ma la quantità di materiale sciolto ancora presente è il doppio. «Da tale massa instabile dobbiamo presumere che si produrranno altre colate di fango», ha avvertito Gächter.
Sul posto, in serata erano ancora attivi 66 addetti. Il comune chiederà supporto alla protezione civile, ma il sindaco sta anche pensando di coinvolgere l'esercito. Per il momento però, non è possibile pensare di sgomberare l'area sepolta: il rischio che si verifichino nuove colate detritiche è infatti troppo elevato.