L'ex ministro del Paese nordafricano dovrà rispondere di crimini contro l'umanità davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona.
BELLINZONA - L'Algeria non ha gradito il rinvio a giudizio, comunicato martedì dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC), del suo ex ministro della difesa Khaled Nezzar, che dovrà rispondere davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona di violazione del diritto internazionale bellico e di crimini contro l'umanità. Il capo della diplomazia del Paese nordafricano Ahmed Attaf ha parlato senza mezzi termini di vicenda «ai limiti dell'inammissibile e dell'intollerabile».
Secondo quanto riportato in comunicato del suo ministero, Attaf ha fatto presente il disappunto al suo omologo Ignazio Cassis durante una conversazione telefonica. «L'indipendenza della magistratura non giustifica l'irresponsabilità e che un qualsiasi sistema giudiziario possa arrogarsi il diritto di giudicare i politici di uno Stato sovrano e indipendente», recita la nota.
Il ministro degli esteri algerino ha aggiunto di auspicare che «si faccia tutto il possibile per evitare che questo caso trascini le relazioni tra l'Algeria e la Svizzera su una strada indesiderabile e irreparabile». Stando ad Attaf, la giustizia svizzera ha offerto con leggerezza un palco ai «terroristi, ai loro alleati e ai loro sostenitori per tentare di screditare l'onorevole lotta del nostro Paese contro il terrorismo».
Si sta procedendo a una lettura revisionista della storia dell'Algeria degli anni '90, ha proseguito senza smorzare i toni il politico. «Le accuse sono oltraggiose e infondate», ha riassunto.
Secondo il comunicato di due giorni fa della procura federale, Nezzar è accusato di avere «consapevolmente e intenzionalmente quantomeno tollerato, coordinato e incoraggiato atti di tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, violazioni dell'integrità fisica e psichica, carcerazioni e condanne arbitrarie, nonché esecuzioni extragiudiziali». I fatti risalgono al periodo fra il 1992 e il 1994, gli anni iniziali della guerra civile che ha devastato per un decennio la nazione del Maghreb.
Nezzar, oggi 85enne, era stato fermato nell'ottobre 2011 mentre si trovava a Ginevra, dopo che l'ong TRIAL International e privati cittadini lo avevano denunciato. L'uomo era poi stato rilasciato e, secondo le informazioni a disposizione, non si troverebbe attualmente in Svizzera. Il processo potrebbe comunque non avere mai luogo: in una dichiarazione pubblicata una settimana fa, TRIAL sosteneva che l'ex ministro fosse sul letto di morte.