Secondo l'EICom, il rischio che quest'inverno manchi energia elettrica «è più basso rispetto a un anno fa», ma «permangono incertezze».
BERNA - Più cara, ma (probabilmente) sempre disponibile. Secondo la Commissione federale dell'energia elettrica (ElCom), infatti, la Svizzera è «ben preparata» ad affrontare un'eventuale carenza di energia elettrica alla fine del prossimo inverno. Il rischio di un tale scenario è più basso rispetto a un anno fa, ma permangono «significative incertezze».
Lo ha affermato oggi davanti ai media il presidente di ElCom, Werner Luginbühl. Dall'estate scorsa, gli sviluppi sono stati per lo più positivi: «C'è stata una certa calma sui mercati energetici, l'Europa ha ridotto la sua dipendenza dal gas russo e il consumo di elettricità è stato costantemente ridotto», ha spiegato l'ex consigliere agli Stati bernese per il Partito borghese democratico dal 2009 al 2019.
Tuttavia, i mercati sono ancora volatili. Stando al presidente dell'ElCom, ci sono infatti ancora incertezze nonostante le misure attuate sotto forma di riserve idroelettriche, generatori di emergenza e centrali a gas di emergenza. Il motivo? In Germania tre centrali nucleari sono state tolte dalla rete, quelle elvetiche sono sempre più vecchie mentre c'è incertezza sulla completa disponibilità delle centrali francesi.
«Insomma, la situazione attuale ci impedisce di dire che il pericolo sia definitivamente alle nostre spalle», ha aggiunto Luginbühl. Secondo l'autorità di vigilanza sull'energia elettrica, se si verificasse un inverno più freddo della media e se la produzione di corrente da parte di diverse centrali nucleari nazionali ed estere dovesse venir meno, allora saremmo confrontati con un problema.
Nel complesso, tuttavia, la situazione è molto meno tesa rispetto a un anno fa, ha osservato Urs Meister, direttore generale del Segretariato tecnico di ElCom. Il rischio di una strozzatura dell'offerta sul mercato è significativamente più basso. Tuttavia, il mercato dell'energia è ancora soggetto a grandi fluttuazioni.
A lungo termine, secondo ElCom è auspicabile che le centrali atomiche svizzere funzionino per almeno sessant'anni. «In questo modo avremmo il tempo di rafforzare le energie rinnovabili», ha spiegato Luginbühl. Spetterà alI'Ispettorato federale per la sicurezza nucleare decidere se gli impianti potranno essere lasciati in funzione per più di sessant'anni.