Dopo la maxi-rissa di sabato nel canton Zurigo, la politica si anima su una questione delicata e mai risolta.
BERNA - Il sabato di scontri fra militanti filo e antigovernativi eritrei, che oltre a Norvegia e Israele ha toccato anche la periferia di Zurigo, ha riportato alla luce un problema mai davvero risolto per quanto riguarda il diritto d'asilo. Stiamo parlando del complesso rapporto fra i migranti eritrei in Svizzera e il governo autoritario attualmente al potere nel Paese.
Dopo la bagarre di qualche giorno fa - che ha coinvolto una cinquantina di persone, causato 12 feriti e portato a 3 arresti (vedi box qui sotto) - sono diversi i politici che si sono mobilitati affinché si propenda per una linea dura riguardo.
«Chi sostiene il regime non è un rifugiato»
Con le Federali a un tiro di schioppo, un tema del genere non può che essere nelle corde dell'Udc. Come confermato anche dal consigliere nazionale democentrista Benjamin Fischer a 20 Minuten, l'idea è di interpellare il Consiglio Federale per capire come intenda gestire la “questione Eritrea”.
Secondo Fischer la soluzione è relativamente semplice: chi sostiene il regime eritreo non è un rifugiato e quindi non ha bisogno di asilo in Svizzera: «Il regime è l'unica ragione per cui queste persone sono qui da noi», spiega. Ma anche gli oppositori che ricorressero alla violenza dovrebbero essere soggetti all'espulsione, questo perché «chi cerca protezione da noi, deve rispettare la legge».
L'Eritrea non accetta rimpatri coatti
Quella dell'espulsione degli eritrei filogovernativi - per certi versi anche in sorprendentemente - non dispiace nemmeno a chi si trova... agli antipodi del parlamento. Secondo il socialista Fabian Molina, chiunque sia al soldo o collabori con il governo di Asmara, dev'essere espulso dalla Svizzera: «In Svizzera si trova un numero significativo di spie, anche del governo eritreo. Godono per lo più dell'immunità diplomatica, motivo per cui non possono essere puniti, anche se lo spionaggio in sé sarebbe punibile».
Il tema del rimpatrio degli eritrei non è affatto nuovo, come spiga il consigliere agli Stati liberali Damian Müller: «Ci sono circa 300 eritrei già con una decisione d'espulsione. Questi però non possono essere riportati in patria perché l'Eritrea, come Paese, non accetta i rimpatri forzati solo quelli volontari».
La sua richiesta di identificare i partecipanti al festival pro-regime di San Gallo ed espellerli è stata respinta dal Consiglio Federale: «L'Esecutivo deve decidere in maniera chiara e netta che linea seguire», conclude il parlamentare Plr.
Gli eritrei fermati sabato sono già in libertà
La Procura di Zurigo ha avviato un procedimento penale contro tre cittadini eritrei. Questi sono stati arrestati in seguito alla maxirissa di sabato in quel di Opfikon (ZH). I 3 uomini, confermano le autorità a 20 Minuten, sono già stati rilasciati. La Procura sta attualmente valutando se sia il caso di avviare un procedimento contro altre persone. Fino al processo vale la presunzione d'innocenza.