La bizzarra disavventura di una donna che ha ordinato il nuovo documento ma non è riuscita a ritirarlo perché il suo... era scaduto.
ZURIGO - Un caso singolare. È quello di una donna del Canton Zurigo che, sposata, ha voluto rinnovare il proprio passaporto per aggiungere ai suoi dati anagrafici anche il cognome del compagno. Pronto il documento, ha richiesto che le venisse recapitato direttamente a casa.
Al momento della consegna lei non era presente e il passaporto è stato trattenuto dall'ufficio postale incaricato in quanto per ritirare l'oggetto era necessario identificarsi, ma la carta d'identità della donna era scaduta e quindi ritenuta non valida. Di nessun aiuto anche la patente di guida in quanto vi era indicato il suo nome da nubile.
La donna, spiega 20Minuten, si è quindi rivolta all'ufficio passaporti. Qui le hanno risposto che per ritirare il documento non fosse necessario identificarsi. E che, se così fosse stato, l'impiegato della Posta avrebbe potuto aprire la busta e verificare che le identità combaciassero. Un'informazione questa che, a posteriori, si è rivelata falsa stando all'ufficio stampa responsabile dell'ufficio passaporti.
Un modo in cui la donna avrebbe potuto subito ritirare il proprio passaporto presso le poste, lo suggerisce la posta stessa: «Se il nome della persona che ritira il documento corrisponde al nome del destinatario e se la persona in questione conosce personalmente l'impiegato allo sportello, può ritirare il documento senza doverne presentare un altro». Un metodo che potrebbe sembrare buono, ma che non è molto pratico.
Perché la maggior parte delle persone, soprattutto nelle città, non ha familiarità con gli impiegati delle poste. Altrimenti, secondo l'ufficio postale, per ritirare la carta d'identità è necessario un documento di riconoscimento valido. Oppure il coniuge omonimo può ritirare la spedizione – ovviamente anche con un documento di identità valido. O, ancora, puoi concordare con l'ufficio postale una seconda data di consegna, quando sarai effettivamente a casa.
Alla fine la donna ha comunque ottenuto il suo passaporto. Anche se, con un minimo di flessibilità, il tutto si sarebbe potuto risolvere molto più celermente.