Lo rileva l'associazione italiana Legambiente nel bilancio finale della IV edizione di 'Carovana dei Ghiacciai 2023'.
BERNA - Dal ghiacciaio del Morteratsch (GR) che dal 1878 ad oggi è arretrato di quasi 3 chilometri al ghiacciaio del Belvedere (Piemonte) che negli ultimi 10 anni ha perso fino a circa 60 metri di spessore (pari a un edificio di 20 piani) e ancora al ghiacciaio di Dosdè Est (Lombardia) che dal 1932 ha perso il 47% della sua superficie, fino al ghiacciaio Ochsentaler (Austria) che dal 1850 a oggi è arretrato di circa 2.400 metri: tutti sono "condannati a sparire" per effetto della crisi climatica e del riscaldamento globale.
Lo rileva l'associazione italiana Legambiente nel bilancio finale della IV edizione della campagna internazionale 'Carovana dei Ghiacciai 2023' - con un monitoraggio compiuto dal 20 agosto al 10 settembre - promossa con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano e in collaborazione con Cipra, la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi.
La Carovana ha attraversato l'alta quota, spiega l'associazione ambientalista, con escursioni che hanno percorso circa 72 chilometri con un dislivello di 4000 metri.
Legambiente ha quindi lanciato il "Manifesto per una governance dei Ghiacciai e delle risorse connesse", proponendo 7 azioni a livello internazionale per una governance dei ghiacciai e delle risorse idriche, "per una visione del ghiacciaio come una risorsa da valorizzare in quanto fornitore di importanti servizi ecosistemici". Il documento raccomanda di:
1) istituire dei confronti tra amministratori regionali e locali, gruppi di ricerca, associazioni e imprese, per migliorare la capacità di governance dei ghiacciai europei, le conoscenze e il know-how scientifico e tecnico;
2) promuovere e mettere in rete le esperienze provenienti da diverse situazioni geografiche, politiche e climatiche.
3) creare una rete di competenze multidisciplinari da condividere per costituire una Governance europea dei ghiacciai (Egg);
4) orientare le scelte dell'Unione Europea alla tutela degli ambienti glaciali, dai ghiacciai alle calotte glaciali e alla riduzione degli impatti sulla criosfera e sull'uso del suolo e dell'acqua;
5) costruire un sistema europeo di monitoraggio del rischio criosferico, mettendo in comune le esperienze maturate a livello locale e regionale e costruendo un sistema comune di regole;
6) collaborare con le università, i centri di Ricerca e la scuola per sensibilizzare e accrescere la consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni e per sviluppare percorsi di formazione al fine di costruire nuove professionalità nel campo della mitigazione e dell'adattamento;
7) valorizzare e coordinare gli strumenti e le politiche internazionali per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle Alpi, in particolare quelle sviluppate dalla Convenzione delle Alpi come il Piano d'Azione Clima 2.0 della Convenzione delle Alpi, le Linee Guida per l'adattamento locale ai cambiamenti climatici nelle Alpi e le relative iniziative di attuazione come la "Carta di Budoia per l'Adattamento Locale ai cambiamenti climatici".
"La crisi climatica non conosce confini, così come il ritiro dei ghiacciai, fenomeno che coinvolge l'intero arco alpino - spiega Legambiente - Il Manifesto rappresenta il primo passo per mettere in campo efficaci misure per rallentare il fenomeno" che "coinvolge anche il territorio a valle" quindi "richiede politiche a scala molto più ampia."